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“Era una persona super”. Calcio in lutto, addio a un grande

Calcio in lutto, morto a 77 anni il massaggiatore Fiorito Frezzato: l’omaggio dei club piemontesi

Una carriera di professionalità e dedizione

In seguito a questa lunga esperienza territoriale, venne chiamato ad affiancare la prima squadra di un club professionistico di grande tradizione, inserendosi nello staff sanitario e contribuendo alla preparazione fisica di atleti impegnati in competizioni di livello superiore. Nel corso della sua carriera rimase sempre legato alle radici provinciali, tornando periodicamente a collaborare con club locali, inclusa una parentesi significativa a Casale e infine un ultimo impegno a Castellazzo prima di cessare l’attività. Come riporta Il Piccolo di Alessandria, questo professionista ha accompagnato “squadre e giocatori della provincia con competenza e umanità” per decenni.

L’esperienza al professionismo e il ritorno alle origini

L’approdo nel mondo del calcio professionistico segnò per lui una tappa importante: dopo anni nel dilettantismo, venne inserito nello staff sanitario di un club di Serie A, dove lavorò con atleti di alto livello e con le dinamiche più complesse della cura fisica in ambito competitivo. Questa esperienza, pur diversa per ritmo e pressioni rispetto alla provincia, non intaccò mai la sua identità professionale, fondata sulla dedizione agli atleti e sulla cura dei dettagli. Il rapporto con quel club e i colleghi fu sempre improntato a rispetto reciproco, tanto che ancora oggi alcuni tecnici e giocatori ricordano con gratitudine le sue competenze trasferite negli anni.

Tuttavia, il richiamo delle società locali e del calcio di comunità fu forte. Dopo aver maturato una solida esperienza nel professionismo, decise di tornare a lavorare in provincia, tornando a spogliatoi dove la sua presenza era già leggenda tra giocatori e tifosi. Qui, in società come ASCA, contribuì a importanti risultati sportivi e a creare un ambiente sano all’interno del gruppo squadra. La sua capacità di leggere non solo i muscoli ma anche gli stati d’animo dei calciatori lo rese un punto di riferimento indispensabile negli ultimi anni di carriera. Il Piccolo di Alessandria ricorda che aveva lavorato “al Torino, esperienza che lo ha visto impegnato per diversi anni, prima di tornare in provincia, con una parentesi anche a Casale”.

Il nome dietro la storia: Fiorito Frezzato

Negli spogliatoi, tra compagni di squadra e dirigenti locali, il nome di questa figura è sempre stato pronunciato con grande affetto e rispetto: Fiorito Frezzato. Nato nel 1948, Frezzato ha legato la sua carriera a molte realtà sportive del territorio, diventando un cardine silenzioso ma prezioso per chi ha condiviso con lui anni di campionati. La sua è stata una vita spesa nell’ombra delle panchine, dove la sua professionalità non si misurava in minuti di gioco ma in innumerevoli sedute di massaggio e riabilitazione che hanno permesso a tanti atleti di dare il massimo. Come riporta Il Piccolo di Alessandria, Frezzato è stato “figura molto conosciuta e stimata” e un “punto di riferimento silenzioso ma prezioso all’interno degli spogliatoi”.

A ricordarlo con parole intense è anche chi ha condiviso con lui momenti determinanti della propria carriera: Marco Usai, tecnico dell’Annonese ed ex bandiera del Felizzano, ha raccontato che «…era una persona speciale, preparata e sempre divertente. Uno di quelli che ogni sportivo vorrebbe avere nello spogliatoio: faceva gruppo ed era anche un ottimo massaggiatore».

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