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Esercito russo in Italia, l’intervento del Generale Portolano: “Si fa come ca*** dico io”

Nella primavera del 2020 i russi portarono avanti una missione militare in Italia. Ma sembra che quello dell’aiuto per la pandemia fu soltanto una copertura. Che intenzioni aveva l’esercito di Putin? Fu il generale Luciano Portolano, che all’epoca guidava il Comando Operativo Interforze, ad impedire un possibile spionaggio russo ai danni dell’Italia. Lo rivela il Corriere della Sera, che indaga su quanto avvenne nel 2020, precisamente ai due mesi di primavera.

I sospetti sulla missione russa in Italia

Che ruolo avevano i russi nei nostri confini nazionali durante la missione in Italia, avvenuta lo scorso marzo 2020, quando il nostro Paese stava cercando di affrontare la pandemia? Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, alcune fonti della Difesa e dell’Intelligence italiana sostengono che all’epoca fu evitato un tentativo di spionaggio. I militari russi erano interessati alle basi dell’aeronautica militare di Ghedi in Lombardia e di Amendola in Puglia. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha dunque deciso di indagare sulla vicenda.

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Il tentativo russo di spionaggio in Italia bloccato dal generale Luciano Portolano

Al convoglio inviato da Putin, a quei tempi in ottimi rapporti con l’allora premier Giuseppe Conte,  venne assegnata una scorta di militari italiani. Fu il generale Luciano Portolano, allora alla guida del Comando Operativo Interforze, a disporre l’ordine. Il Corriere ha riportato un dibattito che ci fu fra lui e il generale Sergej Kikot, capo della delegazione russa. Secondo Kikot, l’esercito russo avrebbe avuto totale libertà di muoversi su tutto il territorio italiano in base a un “accordo politico di altissimo livello”, ma il generale Portolano si oppose. “Qui siamo in Italia e si fa come ca*** dico io”, avrebbe risposto. Quindi ai russi fu imposto di stare “ad almeno cinquanta chilometri dai siti sensibili”.

Non solo. Il generale Portolano bloccò anche alcune operazioni che avrebbero voluto compiere i russi. Una riguardava la sanificazione di un’area del bresciano vicino a Ghedi. Stessa cosa successe in Puglia all’aeroporto militare di Amendola. Lorenzo Guerini, ministro della Difesa, allora decise di far tornare a casa i russi e di ridurre le unità dalle 400 iniziali a 104.

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