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Famiglia del bosco, quei cucchiaini di plastica che cambiano tutto: la nuova ricostruzione sul caso di Palmoli

La versione della madre: “Sono stata fraintesa”

Catherine riferisce di sentirsi fraintesa e di non riconoscersi nel ritratto contenuto nelle relazioni ufficiali. In alcuni passaggi degli atti viene descritta come una donna «diffidente» e portatrice di richieste considerate poco compatibili con la vita comunitaria.

La madre respinge con fermezza questa rappresentazione, come riportato dal quotidiano Il Centro. Sostiene che il suo comportamento quotidiano sia distante da quanto descritto e che il suo unico obiettivo sia il benessere dei figli. Per questo ha scelto di illustrare nel dettaglio come si svolgono le sue giornate, sottolineando le limitazioni e le modalità di contatto oggi consentite con i minori all’interno della struttura.

Interno della struttura protetta che ospita i figli della famiglia del bosco

Le giornate nella struttura protetta e il legame con la vita nel bosco

Nella descrizione fornita da Catherine, le giornate all’interno della struttura protetta scorrono in modo semplice, ma segnate da una forte riduzione degli spazi di intimità familiare. I momenti di incontro coincidono soprattutto con i pasti.

Il gesto di preparare il porridge, lo stesso cibo cucinato nel bosco, viene descritto come un filo simbolico tra passato e presente.

Il bosco di Palmoli dove viveva la famiglia prima del collocamento in struttura

“Non dormono bene”: il disagio dei figli nella comunità

Catherine ha riferito che i bambini faticherebbero ad adattarsi al nuovo ambiente e manifesterebbero segni di malessere. “Non dormono bene e si svegliano da soli”, ha raccontato, parlando di una condizione di agitazione costante. Il tema del benessere emotivo dei minori resta uno dei punti centrali della vicenda.

Uno degli aspetti più delicati riguarda la figlia maggiore. La madre ha spiegato di aver notato ferite sulle mani della bambina, attribuite a un comportamento ripetitivo: “le morde di continuo, giorno e notte”.

La famiglia ha deciso di rivolgersi a professionisti per ottenere una valutazione specialistica della situazione.

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Un Natale senza serenità e la presenza limitata del padre

Nemmeno il periodo natalizio ha rappresentato una tregua. Il padre Nathan Trevallion ha potuto trascorrere solo parte della giornata con i figli, lasciando la struttura alle 12.30, come previsto dalle regole interne.

I genitori hanno deciso di affidarsi anche a una valutazione specialistica di Tonino Cantelmi, psichiatra consultato per ottenere un’analisi clinica approfondita. Gli esiti potranno incidere sulle future decisioni delle autorità competenti.

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