
Il Mali si trova in uno stato di grave emergenza a causa di un blocco dei principali rifornimenti di carburante. Questa situazione, determinata dall’azione di gruppi terroristici, sta mettendo in serio pericolo la sicurezza nazionale, in particolare nella capitale Bamako. La carenza di carburante ha causato forti limitazioni nell’erogazione di elettricità, con conseguenze significative sulla popolazione e sulle infrastrutture.
La rareté actuelle du carburant au Mali 🇲🇱 est la première depuis l’indépendance du pays.
— Sahel Alerte (@SahelAlerte) October 28, 2025
Pour la 1ère fois dans l’histoire, les terroristes menacent directement la capitale.
En 2013, leur avancée jusqu’à Konna (à 676 km de Bamako) avait déjà provoqué l’intervention française. pic.twitter.com/VgPLT3DbYC
Avviso della Farnesina: italiani invitati a lasciare il Mali
Alla luce dell’aggravarsi della crisi, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano ha diffuso una comunicazione ufficiale attraverso la Farnesina. Si legge nella nota che è “sconsigliato intraprendere qualsiasi viaggio verso il Mali” in questo momento. Inoltre, la Farnesina sottolinea come “tutti i connazionali presenti nel Paese siano invitati a lasciare il Mali quanto prima“. Ai residenti viene raccomandato di “verificare la registrazione della propria presenza presso l’Ambasciata d’Italia a Bamako tramite DoveSiamonelMondo.it o l’App Viaggiare Sicuri” per garantire la reperibilità in caso di necessità.
Mali: nouvelle attaque du Jnim près de Bamako, les États-Unis appellent leurs ressortissants à quitter le pays
— RFI (@RFI) October 29, 2025
➡️ https://t.co/ZYmASWBDJ0 pic.twitter.com/LwlFQnHAPB
Origine della crisi: assedio economico dei gruppi jihadisti
La crisi energetica in Mali deriva da un assedio economico imposto da oltre un mese dal Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin (Jnim), formazione jihadista affiliata ad Al Qaeda. Dall’inizio di settembre, il gruppo ha imposto il blocco delle importazioni di carburante dai paesi confinanti come Senegal e Costa d’Avorio. Questa misura è stata adottata come risposta alle azioni del governo maliano, che aveva tentato di interrompere i rifornimenti nelle aree controllate dai jihadisti. Il blocco viene mantenuto con attacchi e minacce sulle principali vie di comunicazione, causando lo stallo di centinaia di autocisterne ai confini e mettendo in difficoltà l’economia locale, fortemente dipendente dalle importazioni energetiche.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva