Politica, militanza e il rapporto con la famiglia Berlusconi
Accanto al racconto privato, Pascale torna a parlare di politica. Smentisce l’idea di essersene allontanata davvero: dice di non aver mai smesso di fare politica, anche se in forme diverse, partecipando a manifestazioni e intervenendo nel dibattito pubblico ogni volta che lo ritiene necessario. Non esclude una discesa in campo più strutturata, ipotizzando persino una candidatura come segretaria regionale. In questo percorso, resta centrale il rapporto con Marina Berlusconi, che definisce solido e costante nel tempo. Racconta che ogni volta che cerca un confronto, trova disponibilità e ascolto. E aggiunge che le piacerebbe vedere Marina, o Pier Silvio, entrare in modo deciso nel partito fondato dal padre per rimettere mano allo statuto. A suo giudizio, oggi manca una figura capace di raccoglierne davvero l’eredità politica.
Marta Fascina e l’ultimo capitolo della vita di Berlusconi
In chiusura, Francesca Pascale affronta anche il tema più delicato: Marta Fascina. Dice di non aver mai compreso fino in fondo il suo ruolo né il senso del matrimonio con Berlusconi, ma allo stesso tempo riconosce che abbia avuto un peso importante negli ultimi anni della sua vita. Pascale riflette senza astio, ma con una consapevolezza amara. È convinta che Berlusconi abbia scelto Fascina per accompagnarlo nell’ultima fase della sua esistenza, perché ciò di cui lui aveva bisogno in quel momento lei non sarebbe mai stata in grado di offrirglielo. Una constatazione che chiude l’intervista lasciando spazio al silenzio più che al giudizio. Francesca Pascale si racconta così, senza chiedere assoluzioni, consegnando al lettore una versione dei fatti che non cerca consenso ma verità, almeno la sua.
