Carenze nei sistemi sanitari
Il vero problema non è soltanto la forza del fungo, ma anche le lacune nei sistemi sanitari europei. Su 36 Paesi coinvolti nell’indagine, soltanto 17 dispongono di una sorveglianza nazionale dedicata a questo patogeno, e appena 15 hanno messo a punto linee guida specifiche per la prevenzione e il controllo.
I laboratori si difendono meglio: 29 Paesi hanno accesso a centri di riferimento in micologia e 23 offrono test diagnostici specifici. Ma secondo l’Ecdc, i numeri ufficiali potrebbero essere ampiamente sottostimati: molti casi sfuggono alle statistiche per mancanza di segnalazioni sistematiche e obbligatorie.

Epidemie in Europa e richiesta di intervento urgente
Negli ultimi mesi, nuove epidemie sono state segnalate in Cipro, Francia e Germania, a conferma che il problema non è più confinato ad alcune aree geografiche. Intanto, la diffusione si è ormai consolidata in Italia, Grecia, Romania e Spagna, trasformando questi Paesi nei veri fronti caldi dell’epidemia.
L’Ecdc non usa mezzi termini: la finestra per contenere la crescita di Candida auris si sta rapidamente chiudendo. Per questo invita i Paesi membri dell’Ue a rafforzare la sorveglianza, la diagnosi precoce e la capacità di risposta immediata. Solo un’azione coordinata potrà proteggere i pazienti più vulnerabili e prevenire nuove ondate di contagio.
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Una minaccia silenziosa da non sottovalutare
Se il Covid-19 ha insegnato al mondo l’importanza della prevenzione, il fungo killer ricorda che i patogeni silenziosi e resistenti sono una minaccia altrettanto reale. Con la differenza che, in questo caso, il nemico è quasi invisibile, non genera clamore mediatico come un virus respiratorio, ma penetra negli ospedali con discrezione, approfittando delle fragilità del sistema sanitario.