
Nuovi sviluppi scuotono il caso Garlasco: la Procura di Pavia ha fatto chiarezza sull’identità del misterioso “Ignoto 3”, elemento che già da tempo si è posto al centro del dibattito giudiziario. Le conclusioni degli inquirenti aprono a nuove valutazioni nel processo che ha portato alla condanna di Alberto Stasi, con la difesa che intravede possibili spiragli per una revisione della sentenza. Cosa potrebbe succedere ora?
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Garlasco, aggiornamenti sul caso: il profilo genetico “Ignoto 3” non collegato al delitto
La Procura di Pavia, riporta Ansa, ha reso noto che il profilo genetico maschile denominato “Ignoto 3”, individuato all’interno della bocca di Chiara Poggi, non ha alcun legame con l’omicidio avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Gli accertamenti hanno stabilito che la presenza di questo DNA è attribuibile a una contaminazione avvenuta durante le fasi dell’autopsia.
Il materiale genetico, infatti, apparteneva a un uomo deceduto nello stesso periodo e posto sul medesimo tavolo autoptico della vittima. Questa scoperta ha suscitato nuove reazioni da parte dei legali di Alberto Stasi, condannato per l’omicidio, che ora valutano la possibilità di una revisione del processo.
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Le dichiarazioni dei difensori: “Fatti gravissimi” per la condanna Stasi
Secondo quanto riporta Leggo, gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, che rappresentano Stasi, hanno sottolineato che la conferma della contaminazione del reperto costituisce uno di quei “gravissimi fatti” che “compromettono in radice le valutazioni svolte nel processo a carico di Stasi e sono già di per sé idonei ad ottenere una revisione della sua condanna”.
Secondo la difesa, la natura del DNA trovato sulla garza avrebbe richiesto analisi più accurate per escludere ogni possibilità di contaminazione. I legali affermano che “i diligenti accertamenti svolti dalla Procura di Pavia ed il relativo esito comunicato stamattina evidenziano un fatto gravissimo che, a prescindere dalle ulteriori iniziative che si valuteranno di assumere, dimostra, ancora una volta, la totale inaffidabilità degli accertamenti svolti nel 2007, che si somma a tutti gli ulteriori errori commessi ed emersi negli ultimi mesi”.
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