Il mistero del martello e i reperti di Tromello
A riportare indietro l’orologio delle indagini è anche un inquietante racconto: un carpentiere egiziano ha riferito di aver trovato, anni fa, una testa di martello e altri oggetti metallici in un canale di Tromello, non lontano da Garlasco. A segnalare il caso è stato un ex investigatore privato, che sostiene fossero armi gettate via dopo il delitto.
I reperti, però, sono stati recuperati solo nel 2018 e custoditi dal carpentiere per uso personale. Troppo tempo, troppa incertezza: per ora, difficile che possano reggere in aula. Ma la loro comparsa solleva interrogativi sulla gestione delle prime indagini e riaccende i riflettori su figure già sfiorate in passato, come Stefania Cappa.
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Amicizie in crisi, sospetti incrociati e il fratello di Chiara
A complicare ulteriormente il quadro, ci sono i rapporti personali e le dichiarazioni pubbliche di ex amici. Mattia Capra, un tempo vicino a Sempio, ha preso le distanze in diretta televisiva: «Non siamo più in contatto, ci vediamo al massimo una volta all’anno». Sulle chat scambiate con l’amico la mattina del delitto, Capra è netto: «Parlavamo solo di vacanze».
Nel frattempo, la famiglia Poggi è intervenuta per smentire, ancora una volta, le voci che riguardano Marco Poggi, fratello di Chiara. Alcuni sospetti sulla sua presenza in Trentino il giorno del delitto sono stati respinti con nuove foto mostrate a “Quarto Grado”. «Non è solo la nostra parola, ma la realtà dei fatti», ha dichiarato Giuseppe Poggi, padre della vittima. La ricerca della verità per Chiara Poggi, oggi più che mai, è ancora aperta.
