
Il caso Garlasco torna al centro dell’attenzione nazionale grazie a una svolta peritale che potrebbe ridefinire le responsabilità sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007. I più recenti esami sul DNA ritrovato sotto le unghie della giovane restringono il campo dei possibili soggetti coinvolti alla famiglia Sempio; tra loro, solo Andrea Sempio, amico di vecchia data del fratello della vittima, aveva effettivamente accesso all’abitazione di via Pascoli. Questa scoperta riapre uno dei procedimenti più complessi e discussi degli ultimi decenni in Italia.

Garlasco, nuova lettura del Dna: confermata compatibilità con il profilo familiare Sempio
La consulente Denise Albani ha chiarito che il profilo genetico non identifica con certezza una singola persona, ma delimita la possibilità a un ristretto ambito familiare, come riportato dal Corriere della Sera. Il nome di Andrea Sempio, oggi trentasettenne, torna dunque all’attenzione degli inquirenti dopo che, durante le prime indagini, era stato rapidamente escluso e archiviato, senza mai essere coinvolto direttamente nel processo che ha condotto Alberto Stasi a una condanna definitiva a sedici anni di carcere.

Dna e protocolli disattesi: perché il nome di Andrea Sempio riemerge
La nuova prova genetica non rappresenta ancora una certezza assoluta, tuttavia acquisisce un peso notevole all’interno del procedimento. Il recente incidente probatorio, che avrebbe pieno valore in giudizio nel caso di un eventuale processo, contraddice la precedente convinzione secondo cui il DNA rinvenuto fosse un reperto inservibile perché poco e deteriorato. Ma come è stato possibile una tale svolta?
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