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Garlasco, la reazione di Stasi: “Cosa farà ora”, la decisione

Garlasco, la reazione di Stasi: “Cosa farà ora”, la decisione – C’è chi, dopo anni passati al centro di un processo mediatico e giudiziario senza fine, sceglie il silenzio. È il caso di Alberto Stasi, che da tempo ha deciso di non seguire ogni sviluppo legato all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco. «Alberto? È rimasto sconcertato, come tutti. Ma in questi mesi ha scelto di non seguire troppo quello che accade. Apprende solo l’indispensabile e cerca di andare avanti con la sua vita», spiega al Corriere della Sera la sua storica legale Giada Bocellari, che lo assiste da oltre undici anni. Le parole dell’avvocata arrivano in un momento delicatissimo, con il caso Garlasco che torna a far discutere per vie indirette ma non meno clamorose.

Garlasco, la reazione di Stasi: “Cosa farà ora”, la decisione

A riaccendere l’attenzione è l’indagine aperta dalla Procura di Brescia nei confronti di Mario Venditti, ex procuratore di Pavia, oggi accusato di corruzione in atti giudiziari. Un’accusa pesantissima, sottolinea Bocellari, perché «si tratta di una delle peggiori imputazioni che possa riguardare un magistrato». Venditti, otto anni fa, fu colui che chiese l’archiviazione nei confronti di Andrea Sempio, all’epoca indagato nello stesso fascicolo dell’omicidio di Chiara Poggi. Una decisione rapida, arrivata a soli tre mesi dall’apertura dell’inchiesta e che ora viene rimessa in discussione proprio alla luce delle accuse mosse all’ex procuratore.

Un esposto firmato dalla madre di Stasi

Il ritorno di fiamma sul nome di Sempio ha radici lontane. Fu infatti la madre di Stasi a presentare anni fa l’esposto che portò all’indagine su di lui. Bocellari ricorda bene quella fase: «All’epoca non notammo nulla di anomalo, ma quando arrivò l’archiviazione restammo colpiti dalla velocità. Non tanto dal merito, quanto dai tempi». Il punto più controverso, spiega ancora la legale, fu il mancato accesso ai file audio delle intercettazioni, ritenuti fondamentali per comprendere appieno il contenuto delle indagini.

Una limitazione che, secondo la difesa, pesò non poco sull’intero percorso processuale. Se le accuse a carico di Venditti dovessero essere confermate, l’impatto sul procedimento pavese sarebbe diretto e dirompente. «Avrebbero un impatto immediato sull’attuale processo e potrebbero riaprire la strada alla revisione della condanna di Stasi», osserva Bocellari. L’avvocata aggiunge: «Se davvero emergesse che l’archiviazione fu viziata, non si potrà più considerarla un atto valido». Una prospettiva che, dopo anni di condanne definitive e sentenze passate in giudicato, aprirebbe uno scenario completamente nuovo, in grado di rimettere tutto in discussione.

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