Sulla gamba di Chiara Poggi c’era l’impronta di una stampella
A seguire la vicenda da vicino c’è Luciano Garofano, ex comandante del RIS ed esperto di lungo corso nelle indagini scientifiche. Proprio Garofano è entrato in scena in queste ore nella caserma dei carabinieri di via Moscova a Milano, dove sono stati consegnati ai periti i reperti selezionati per la nuova analisi. “Si può sbagliare, questo è umano, ma non credo che noi, inteso come i miei collaboratori dell’epoca, abbiamo sbagliato”, ha dichiarato Garofano ai giornalisti presenti. E ancora: “Però, con serenità, riaffrontiamo questa verifica che, sono certo, non potrà che confermare l’ottimo lavoro fatto allora”.
Reperti, strategie e memoria del caso Garlasco
L’obiettivo della nuova fase istruttoria non è solo tecnico, ma anche strategico: la Procura vuole rivisitare nel dettaglio le prove e le ipotesi che portarono prima all’arresto e poi alla condanna definitiva di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima. Ma anche la posizione di Sempio sarà oggetto di nuove valutazioni. “Vedremo quali tracce esistono e come sono state conservate”, ha detto Garofano. “Credo che nella strategia della procura ci sia una rivisitazione e una verifica di tutto quello che è stato fatto allora. Ben venga”, ha aggiunto. Garofano, pur coinvolto oggi come consulente della difesa, rivendica con forza il lavoro svolto dai RIS: “Sono assolutamente convinto del lavoro pregevole fatto dai miei collaboratori. In quel periodo ci siamo occupati di casi nazionali che non mi sembra abbiano mai esibito tentennamenti o errori”. La traccia sulla gamba potrebbe rientrare tra i reperti da rivalutare. Se davvero fosse compatibile con una stampella, e non con un normale tacco, questo elemento potrebbe rivoluzionare lo scenario ricostruito finora, ponendo nuovi interrogativi sulla dinamica e soprattutto sull’identità dell’aggressore.
