Il possibile scenario: un litigio udito tra Chiara e il suo assassino
Secondo quanto scritto nei verbali dell’agenzia investigativa, l’uomo avrebbe potuto ascoltare una conversazione o una lite tra la vittima e l’assassino nelle ore precedenti l’omicidio, avvenuto in tarda mattinata. Le attività agricole nei campi adiacenti alla casa avrebbero potuto offrire una visuale o almeno un’udibilità diretta di ciò che accadeva all’interno o nei pressi della villetta. L’investigatore annota che il testimone «avrebbe potuto fornire ulteriori dettagli rilevanti», ma non risulta che le forze dell’ordine siano mai riuscite a identificarlo o interrogarlo.
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La nuova pista: profili psicologici e post sui social
Intanto, l’indagine della Procura di Pavia si sta muovendo anche su un terreno diverso: quello psicologico e comportamentale. I magistrati stanno scandagliando i post social e i diari riconducibili ad alcuni protagonisti della vicenda, nel tentativo di tracciare un profilo più preciso dell’autore del delitto. L’ipotesi è che alcuni elementi rilevanti – frustrazioni, ossessioni, gelosie – possano emergere proprio dai comportamenti digitali dell’epoca.