Resta da chiarire la misteriosa “Traccia 10”
C’è però ancora una zona grigia nell’inchiesta: la cosiddetta “Traccia 10”, rilevata sulla parte interna della porta della casa della famiglia Poggi. Una impronta digitale sporca, mai attribuita a nessuno. La difesa di Stasi ha chiesto che su quella traccia venga ripetuto il test per la presenza di sangue, dopo che un primo esame era risultato negativo.
Intanto, proseguono le analisi sui fogli di acetato che hanno conservato le impronte digitali della scena del crimine. Su 34 campioni già esaminati, nessuna presenza ematica è stata rilevata, ma l’attenzione resta alta su ogni possibile dettaglio.
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Un pelo, i cereali e una domanda ancora senza risposta
Altro elemento oggetto di analisi è il sacchetto con i cereali avanzati, rinvenuto sul divano della villetta. Anche qui il Dna risulta essere di Chiara, ma a sorprendere è il ritrovamento di un capello o un pelo lungo tre centimetri, ancora da classificare. Gli esperti non hanno ancora chiarito se si tratti di traccia umana o animale. Nel frattempo, l’incidente probatorio prosegue. Gli inquirenti cercano risposte, ma le nuove analisi finora sembrano riportare il caso al punto di partenza. Nessuna svolta definitiva, almeno per ora. L’ombra dell’omicidio di Chiara Poggi continua a pesare su una verità che, a quasi 18 anni di distanza, resta ancora divisiva e dolorosamente aperta.