
C’è un dettaglio, raccolto nel 2007 e poi quasi dimenticato, che potrebbe riscrivere la storia del delitto di Garlasco. Un’impronta, denominata 97F, riemerge oggi tra gli elementi al vaglio degli esperti nominati per l’incidente probatorio. E non è una traccia qualunque: secondo gli inquirenti, appartiene al killer. Si trovava sul muro di sinistra che accompagna le scale verso la tavernetta della villetta di via Pascoli, il punto in cui venne ritrovato il corpo di Chiara Poggi. A rivelarlo è Il Fatto Quotidiano, che sottolinea come la presenza di sangue della vittima renda quell’impronta palmare una prova chiave. Ma a chi appartiene davvero?
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Andrea Sempio sotto esame
Il nome che torna con insistenza è quello di Andrea Sempio, all’epoca dei fatti amico del fratello di Chiara. Già emerso in passato, oggi il suo profilo è ufficialmente al centro dell’indagine della Procura di Pavia. Con l’avvio dell’incidente probatorio, partito il 17 giugno, le attenzioni si concentrano sul confronto tra consulenti tecnici e periti nominati dalla giudice Daniela Garlaschelli. L’obiettivo? Analizzare cinque punti critici dell’inchiesta mai chiariti, tra cui proprio l’impronta 97F e altri reperti dimenticati. Secondo alcuni esperti, la morfologia della traccia suggerisce che sia stata lasciata con la mano sinistra dell’aggressore. Curiosamente, nello stesso momento, la mano destra stava lasciando un’altra impronta: la 33.
Il gesto disperato di Chiara
C’è un altro dettaglio sconcertante che riemerge grazie all’analisi delle macchie di sangue: secondo chi indaga, Chiara avrebbe provato a telefonare durante l’aggressione. Uno schizzo ematico nel vano del telefono lo lascerebbe intendere. Non solo: le tracce sulle piante dei piedi della vittima suggeriscono che la ragazza, ferita ma ancora viva, abbia camminato nel proprio sangue prima di essere colpita definitivamente. Accanto alla base della porta, tre piccole macchie sembrano corrispondere proprio alle dita di un piede insanguinato. Eppure nessun prelievo fu effettuato al tempo su quelle tracce.
La cucina ignorata e le tre sedie misteriose
Uno degli ambienti più trascurati all’epoca dalle indagini scientifiche fu la cucina, ma ora si torna a parlare di quella stanza. Secondo gli inquirenti, proprio lì si potrebbe nascondere la verità sul numero di persone presenti nella villetta quel giorno. Attorno al tavolo c’erano tre sedie disposte in modo sospetto: è possibile che non ci fosse solo Chiara, ma almeno altre due persone? Un interrogativo cruciale per ridefinire l’intera dinamica dell’omicidio.
Tracce sul pigiama e un’aggressione brutale
Secondo la Bloodstain Pattern Analysis, la traccia ematica sul pigiama della vittima potrebbe essere stata lasciata proprio dall’assassino, nel momento in cui sollevò Chiara per gettarla a faccia in giù giù dalle scale. Si tratterebbe ancora una volta della mano sinistra dell’aggressore, la stessa cui potrebbe appartenere l’impronta 97F. Un collegamento diretto tra gesto, posizione e prova materiale, che potrebbe finalmente indicare una pista concreta.
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