
Garlasco, una suola sconosciuta sulla scena del delitto: il mistero del secondo assassino – Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, il caso di Garlasco continua a non trovare pace. Nonostante la condanna definitiva di Alberto Stasi, nuovi elementi sollevano interrogativi inquietanti. A riaccendere l’attenzione è l’ipotesi della presenza di un secondo soggetto sulla scena del crimine: un possibile complice, o addirittura un altro assassino. A sostegno di questa pista, emergono dettagli trascurati, reperti scomparsi e tracce mai attribuite, che gettano nuove ombre su una delle inchieste più controverse della cronaca giudiziaria italiana.

Quelle impronte che non appartengono a Stasi
A rilanciare il tema è Enrico Manieri, esperto di balistica e analisi delle macchie di sangue, intervistato da Il Giorno. Manieri ha esaminato nel dettaglio le fotografie scattate all’interno della villetta di via Pascoli a Garlasco, individuando impronte di scarpe diverse dalle celebri Frau n. 42 appartenenti ad Alberto Stasi. Le tracce individuate presenterebbero una suola con risalti rettangolari, incompatibili con tutte le 27 paia di scarpe analizzate all’epoca dagli inquirenti. Un dettaglio significativo, considerando che una delle impronte si trovava sul primo gradino della scala, sporca del sangue della vittima, e un’altra era visibile nella parte destra della rampa. Un’incongruenza che non è mai stata completamente chiarita nel corso delle indagini e che, a distanza di quasi due decenni, torna a far discutere. Se quelle impronte non appartenevano a Stasi, né a soccorritori o familiari, a chi facevano capo?

Il sacco nel canale e le scarpe Mister Valentino scomparse
Ma non è tutto. Undici giorni dopo l’omicidio, due agricoltori rinvennero un sacco di cellophane in un canale tra Villanova d’Ardenghi e Zinasco. All’interno, alcuni indumenti apparentemente recenti e un paio di scarpe marca Mister Valentino, taglia 43, con suola compatibile con le impronte trovate nella casa. Il primo test al Luminol diede esito positivo, indicando la possibile presenza di sangue. Il test Combur, successivo, fu invece negativo, ma le scarpe erano state a lungo immerse in acqua, circostanza che potrebbe aver compromesso i risultati. Quello che sarebbe potuto diventare un elemento decisivo nell’indagine venne archiviato. Poi, semplicemente, scomparve. Secondo alcune fonti, le scarpe sarebbero state distrutte. Nessuna traccia, nessuna risposta: un’altra anomalia che si aggiunge al mosaico di elementi rimasti senza spiegazione.
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