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Garlasco, il verbale dei soccorritori: cos’è successo a casa Poggi

Chiara Poggi Teli Mare

Garlasco, il verbale dei soccorritori: cos’è successo a casa Poggi – Nell’ambito delle indagini sull’omicidio Chiara Poggi, la corretta gestione della scena del crimine è stata sin dall’inizio un elemento cruciale per l’accertamento della verità. Secondo i verbali ufficiali raccolti nei primi momenti e nei giorni successivi al delitto del 13 agosto 2007, i soccorritori, tra cui personale sanitario e addetti alle onoranze funebri, hanno seguito scrupolosamente tutte le procedure previste per evitare contaminazioni di prove.

Garlasco, il verbale dei soccorritori: cos’è successo a casa Poggi

I primi ad arrivare presso l’abitazione di via Pascoli 8, a Garlasco, sono stati i sanitari del 118 di Vigevano. L’allarme è scattato poco dopo le 13.30 e la squadra, composta dalla dottoressa Elisabetta Rubbi, un’infermiera e un autista soccorritore, è giunta sul posto alle 14.11. Fuori dalla casa erano già presenti un’ambulanza della pubblica assistenza, due carabinieri e Alberto Stasi, in abiti civili, che aveva dato l’allarme. La dottoressa Rubbi ha dichiarato ai carabinieri: “Io ed il resto del personale con me intervenuto indossavamo i calzari di protezione alle scarpe e i guanti di lattice”. Ha inoltre specificato che nessuno del suo gruppo ha toccato oggetti o spostato il corpo se non adottando tutte le precauzioni necessarie.

Dettaglio degli interventi dei sanitari nella casa Poggi

Secondo quanto riportato nei verbali, l’intervento del personale sanitario è stato svolto con la massima attenzione, come confermato anche dalla dottoressa Rubbi in un secondo verbale del 10 settembre. Solo lei si avvicinò al corpo per i necessari accertamenti, dichiarando: “Al corpo della ragazza mi sono avvicinata solo io per controllare la presenza di un polso carotideo e valutare le lesioni superficiali che si rendevano evidenti all’ispezione e dalla palpazione”. Gli altri membri della squadra, l’infermiera Sonia Bassi e l’autista Enrico Colombo, sono rimasti oltre la soglia della scala, evitando qualsiasi contatto con le tracce biologiche.

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