Cosa emerge dalle prime verifiche sul video
Secondo quanto riportato nel contenuto di Bugalalla Crime, la validità del video e gli elementi tecnici connessi sarebbero stati sottoposti a una valutazione da parte di consulenti incaricati dalla procura. In particolare, vengono citati il dottor Occhetti e l’ingegner Porta, indicati come professionisti che avrebbero avuto modo di esaminare il materiale audiovisivo e i dati a esso collegati. Dalla ricostruzione proposta emerge che, dopo aver visionato il filmato, i due consulenti avrebbero confermato non solo l’autenticità del video, ma anche la presenza di elementi tecnici compatibili con una possibile alterazione dei dati e con l’accesso del 14 agosto.
Quest’ultimo aspetto viene descritto come dato certificato, cioè come informazione documentata in modo formale, pur senza entrare nei dettagli delle modalità con cui tale certificazione sarebbe stata raccolta. Nel video divulgato sul canale viene specificato che queste valutazioni tecniche si inseriscono nel quadro più ampio delle analisi svolte sui supporti informatici sequestrati nel corso dell’indagine. L’attenzione non è rivolta soltanto al contenuto del video inedito, ma anche alle tracce digitali relative ad accessi, copie e movimentazioni di file.
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Le ipotesi sul presunto intervento sui dati
In base alla ricostruzione proposta nel contenuto online, la presenza del video sul pc di Chiara Poggi e la successiva individuazione dell’accesso del 14 agosto costituirebbero, nel loro insieme, un punto di partenza per ipotizzare che qualcuno sia intervenuto deliberatamente sui dati. L’ipotesi prospettata è quella di un intervento volto a modificare o occultare informazioni considerate rilevanti ai fini delle indagini. Da questi elementi prende avvio un’analisi, descritta nel video, relativa all’identità dei soggetti che, il giorno successivo al ritrovamento del corpo di Chiara, avrebbero avuto la disponibilità delle chiavi dell’abitazione. La questione viene posta in relazione al fatto che la casa risultava già sigillata, con accessi formalmente regolati dalle autorità competenti.
Nel contenuto si sottolinea che uno degli aspetti centrali da chiarire, in un simile scenario, riguarda chi potesse effettivamente entrare e uscire dalla casa in quella fase, e con quali registrazioni formali. L’eventuale mancata corrispondenza tra gli accessi consentiti e quelli effettivamente avvenuti costituirebbe, secondo la ricostruzione proposta, un elemento di potenziale rilievo. Queste considerazioni vengono presentate nel video come spunti di approfondimento legati alla gestione complessiva delle prove digitali e al rispetto delle procedure di conservazione, analisi e copia dei dati informatici sequestrati.