Il 39enne di Marcheno condannato all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio dello zio Mario, è stato arrestato giovedì 11 luglio 2024 nella sua villa di Soiano dopo 11 giorni di latitanza. E ora dovrà scontare l’ergastolo: così ha deciso la cassazione lo scorso 1° luglio 2024, quando ha emesso la sentenza definitiva. Giacomo Bozzoli resterà in carcere a vita dopo che i giudici lo hanno ritenuto l’assassino di Mario Bozzoli, gettato nel forno della fonderia di Marcheno nel Bresciano l’8 ottobre 2015. Giacomo Bozzoli è stato subito trasferito nel carcere di Bollate e subito è scoppiata la rivolta tra i detenuti. Per quale motivo? (Continua dopo le foto)
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Il trasferimento di Giacomo Bozzoli a Bollate genera polemiche
Giacomo Bozzoli ha trascorso soltanto qualche ora nella prigione cittadina di Canton Mombello prima di essere trasferito al carcere di Bollate, in provincia di Milano. Questo trasferimento lampo sta creando non poche proteste tra i detenuti, che hanno descritto Bozzoli come un carcerato “di Serie A”. Per quale motivo? Il carcere di Canton Mombello è scomodo e sovraffollato: ha infatti un tasso di riempimento tra il 211% e il 218%. Al contrario, la prigione di Bollate concede la possibilità di studiare, di fare sport e di approfondire i propri interessi culturali, inoltre i carcerati hanno condizioni di vita più agevoli in un contesto bene attrezzato e sono seguiti da una équipe di tutto rispetto. Una lettera di un detenuto, descrive esattamente le condizioni delle prigioni e l’ingiustizia di alcuni carcerati ai quali si dà meno importanza perché non sono un caso mediatico. (Continua dopo le foto)
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La lettera del detenuto
“Sono un detenuto e conosco le dinamiche del carcere. Quando viene emessa una sentenza definitiva come l’ergastolo, la prassi vuole che il detenuto venga trasferito da una Casa Circondariale a una casa di Reclusione. Per questo il signor Bozzoli non è più nel carcere di Brescia. Ed è andato nel carcere modello di Bollate”, ha scritto il detenuto in una lettera di protesta. Diverso è per gli altri. “Per poter arrivare a Bollate i detenuti condannati devono seguire uno specifico programma trattamentale”. “Noi detenuti lo consideriamo un hotel (il carcere di Bollate ndr). Celle singole, con cani e cavalli (pet terapy), colloqui all’aria aperta. Insomma: nulla a che vedere con Canton Mombello dove sono stato due anni, Opera dove sono stato altri 2 anni o il Verziano dove mi trovo attualmente in semilibertà”. Il detenuto poi ha protestato contro il trattamento di favore nei confronti di Giacomo Bozzoli.
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