Il malore in casa e la corsa in ospedale
Gigi Riva si trovava a casa quando ha iniziato ad accusare i primi segni di un piccolo infarto. Dopo lo spavento iniziale, è iniziata la corsa al Pronto Soccorso del Brotzu, accompagnato dai figli. I medici hanno subito disposto la degenza nel reparto di Cardiologia. La notizia del ricovero dell’ex attaccante del Cagliari ha fatto immediatamente il giro d’Italia. È considerato il più forte attaccante azzurro del dopo guerra. Ad oggi, è ancora il detentore del record di goal segnati in nazionale: trentacinque in quarantadue presenze. Il Cagliari ha voluto mandare un messaggio di affetto e vicinanza, accompagnato da due cuori, al suo ex campione: “Siamo con te, forza Gigi”. Anche sui social i fan del campione hanno voluto inviare il proprio affetto a Riva, pubblicando post e commenti di incoraggiamento. “Forza Gigi”, hanno scritto molti utenti del web sulle bacheche dei propri profili social. Il Comune di Cagliari ha proclamato il lutto cittadino in occasione dei funerali che si terranno nei prossimi giorni.(Continua a leggere dopo la foto)
Il rifiuto dell’operazione, le parole del primario di Emodinamica
Il primario di Emodinamica dell’ospedale Brotzu di Cagliari è uno dei cardiologi che ha cercato di convincere Gigi Riva a farsi operare. “Avremmo eseguito subito l’angioplastica se il paziente avesse dato il consenso. Purtroppo questo non è avvenuto e non si possono fare interventi contro la volontà del paziente e quindi abbiamo dovuto aspettare. Lui avrebbe voluto parlarne coi suoi familiari. Purtroppo queste situazioni possono precipitare anche improvvisamente e in quella situazione diventa poi difficile intervenire. Purtroppo è quello che è capitato”. Durante il pomeriggio l’ex campione era sereno e di buon umore, e le sue condizioni di salute sembravano essere stabili. I cardiologi avrebbero provato a convincerlo a sottoporsi all’operazione il giorno successivo, ma alle ore 17:50 la situazione è precipitata. L’arresto cardiaco è intervenuto improvvisamente e siamo stati costretti a praticare le manovre rianimatorie e portarlo in sala durante il massaggio cardiaco. In queste situazioni diventa difficile poter riaprire le coronarie e siamo riusciti solo parzialmente a farlo. Ma non è stato sufficiente per poter riprendere un’attività cardiaca adeguata”.