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Giornalista sviene durante la diretta Tv, attimi di panico: il motivo è sconvolgente

Continuano a raccontare, nonostante tutto. In mezzo a una crisi umanitaria che non dà tregua, i giornalisti locali resistono ogni giorno per garantire al mondo il diritto all’informazione. Tra bombardamenti, blackout, scarsità di cibo e condizioni sanitarie critiche, il loro lavoro si trasforma in una lotta quotidiana per la sopravvivenza. Eppure non si fermano: documentano, denunciano, testimoniano. Le loro parole sono diventate l’ultimo filo che collega una popolazione allo sguardo del mondo esterno. Sally, corrispondente per Alkofiya TV, ha raccontato di essere svenuta in diretta durante un servizio televisivo. Cosa le è accaduto?

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Una crisi umanitaria senza precedenti: la fame come arma di guerra

Nella Striscia di Gaza, la fame è diventata un’arma silenziosa. Lo racconta Sally Abdullah Thabit, corrispondente per Alkofiya TV, intervistata da Fanpage.it dopo essere svenuta in diretta durante un servizio televisivo. “Stavo parlando di un massacro a Zekim – spiega – ma il mio corpo ha ceduto. Il cuore accelerava, la pressione era bassa, avevo nausea. Ho chiesto di interrompere la diretta. Non mangiavo da quattro giorni”.

La giornalista non è un’eccezione. I cronisti rimasti a Gaza vivono nella stessa drammatica emergenza di cui parlano. “Stiamo raccontando da mesi le sofferenze della nostra gente, ma ne facciamo parte anche noi. La fame ci logora. Anche noi cerchiamo disperatamente cibo per i nostri figli”, dice Thabit. Oggi i giornalisti palestinesi non solo raccontano, ma resistono, in condizioni fisiche e psicologiche sempre più estreme.

“Uccide in silenzio”: le voci da una redazione allo stremo

“La fame uccide in silenzio, senza bombe”, denuncia Thabit. L’assedio militare israeliano ha reso impossibile l’arrivo degli aiuti umanitari, bloccando il passaggio al valico di Karam Abu Salem, persino per le forniture gestite da UNRWA. Il risultato è che i bambini soffrono di malnutrizione, i mercati sono vuoti e le poche verdure rimaste hanno prezzi inaccessibili.

“Esco dal lavoro e vado in giro sperando di trovare qualcosa da portare a casa – racconta –. Cerco cibo che, anche se non ha tutti i nutrienti, almeno riempia lo stomaco dei miei figli”. Il suo racconto è quello di una madre, prima ancora che di una reporter, che lotta ogni giorno tra informazione e sopravvivenza, consapevole che ogni servizio in diretta potrebbe essere l’ultimo.

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