
Grave lutto per l’ex Inter Javier Zanetti: l’addio straziante – Un legame forte, costruito su radici familiari e valori trasmessi con discrezione. Dietro la carriera di uno dei calciatori più amati e simbolici della storia dell’Inter, c’è sempre stato un punto fermo: la presenza costante della famiglia. Non solo il sostegno della moglie Paula, ma anche la voce paterna che lo ha guidato nei momenti di difficoltà e lo ha incoraggiato quando il sogno di diventare calciatore sembrava allontanarsi. Oggi, quel sostegno si trasforma in memoria. Perché nelle ultime ore il club nerazzurro ha annunciato con dolore la scomparsa di una figura molto cara, che ha segnato in profondità la vita di Javier Zanetti, ex capitano e attuale vicepresidente dell’Inter.

Grave lutto per l’ex Inter Javier Zanetti: l’addio straziante
Con una nota ufficiale, l’Inter ha reso nota la triste notizia: «L’Inter esprime il proprio cordoglio e si stringe attorno al Vice President Javier Zanetti per la scomparsa del padre Rodolfo. A lui va l’abbraccio di tutta la famiglia nerazzurra e della Proprietà». Una comunicazione sobria, nel pieno stile della società, che però racchiude tutta la vicinanza del mondo interista verso chi, per anni, ha incarnato la maglia nerazzurra dentro e fuori dal campo. Per Zanetti, si chiude così una delle pagine più intime della sua storia personale.

Le radici italiane di Javier Zanetti
Il legame tra la famiglia Zanetti e l’Italia affonda nel tempo. Il padre di Rodolfo, Paolo, era originario di Sacile, in provincia di Pordenone. Fu proprio in occasione di una visita in questo piccolo centro che Javier, allora già celebre come capitano dell’Inter e simbolo della nazionale argentina, raccontò di aver percepito con forza il filo invisibile che unisce i due Paesi. Quel momento restò impresso non solo a lui, ma anche al padre, che ricordava con orgoglio le origini italiane e il legame culturale e affettivo con la terra del bisnonno. Il rapporto tra Javier e il padre Rodolfo era fatto anche di episodi meno luminosi, che però con il tempo si sono trasformati in insegnamenti preziosi. Nel documentario dedicato alla carriera del figlio, Rodolfo raccontò un ricordo rimasto vivido: Javier aveva appena dodici anni quando fu scartato a una selezione dell’Independiente guidata da Santoro. «Chiamò altri ragazzi e non lui», spiegò Rodolfo. «In quel momento non voleva più saperne di giocare a calcio». Una delusione cocente che rischiava di spegnere sul nascere la carriera di colui che sarebbe poi diventato una leggenda nerazzurra.
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