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Guerra, iniziato l’attacco Usa: Trump ha deciso

Velivoli militari impegnati in un raid aereo in Siria

Aerei da combattimento ed elicotteri d’attacco delle forze armate statunitensi hanno condotto una vasta operazione contro obiettivi dell’Isis in diverse aree della Siria centrale. L’azione, resa nota dal New York Times sulla base di fonti informate, avrebbe preso di mira numerose infrastrutture considerate strategiche per il gruppo jihadista.

Stando alle prime ricostruzioni, i velivoli Usa avrebbero sorvolato per ore zone ritenute roccaforti jihadiste, colpendo con munizionamento di precisione una serie di basi logistiche, depositi e postazioni operative riconducibili allo Stato islamico. Le operazioni si sarebbero svolte principalmente in aree desertiche e rurali, dove il gruppo continua a muoversi sfruttando la conformazione del territorio. Secondo quanto riportato, questi raid costituirebbero la risposta ordinata dall’allora presidente Donald Trump dopo l’uccisione di due soldati americani e di un interprete statunitense, rimasti vittime del fuoco di un cecchino legato all’Isis. L’attentatore sarebbe un ex membro delle forze di sicurezza di Damasco, poi passato nelle fila dell’organizzazione jihadista.

Fonti militari citate dalla stampa internazionale sottolineano che la pianificazione dell’operazione avrebbe richiesto giorni di raccolta di informazioni di intelligence, con il supporto di droni e sistemi di sorveglianza elettronica. L’obiettivo dichiarato sarebbe quello di indebolire ulteriormente la capacità operativa dei miliziani, riducendone la mobilità e la possibilità di organizzare nuovi attacchi contro bersagli militari e civili.

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La dinamica dell’operazione e le aree colpite

Le fonti citate dal New York Times riferiscono che i raid Usa si sarebbero concentrati su più punti sensibili, distribuiti in differenti province della Siria centrale. Tra queste rientrerebbero zone costantemente monitorate dalla coalizione internazionale, dove l’Isis manterrebbe nascondigli, magazzini di armi e centri di comando decentrati. L’uso combinato di aerei da combattimento ad alta quota e elicotteri d’attacco avrebbe permesso di colpire sia obiettivi fissi sia movimenti sospetti individuati durante le fasi dell’operazione. L’impiego di armamenti guidati di precisione mirerebbe a limitare il rischio di danni collaterali, sebbene al momento non vi siano dati ufficiali su eventuali vittime tra i civili.

Le forze statunitensi avrebbero agito nell’ambito del più ampio quadro di cooperazione con la coalizione internazionale anti-Isis, che da anni conduce missioni di supporto e azioni mirate contro i residui dell’organizzazione in Siria e in Iraq. Non è ancora chiaro se reparti alleati abbiano preso parte diretta a questa specifica operazione, oppure se si sia trattato di un’azione condotta esclusivamente da assetti Usa.

Al momento, le autorità americane non hanno diffuso un bilancio ufficiale dell’attacco. Restano quindi non confermati il numero esatto degli obiettivi colpiti, l’entità delle perdite tra i miliziani e l’ammontare complessivo dei danni materiali inflitti alle strutture utilizzate dal gruppo jihadista come basi e centri logistici.

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