
“Ha fatto saltare in aria mio figlio, adesso è libera e vicina di casa”: il dolore di una mamma – Solo trenta metri, sessanta brevi passi. Questa è la distanza che separa l’abitazione di Sara Scarpulla da quella di Rosaria Mancuso, la donna ritenuta mandante dell’omicidio di Matteo Vinci nel 2018. Recentemente, la Cassazione ha annullato la condanna all’ergastolo per Mancuso, ordinando la sua scarcerazione e un nuovo processo d’appello. Questo sviluppo, raccontato oggi su «Repubblica», ha riportato tensione nel piccolo comune di Limbadi, noto come roccaforte della cosca Mancuso.

“Ha fatto saltare in aria mio figlio, adesso è libera e vicina di casa”: il dolore di una mamma
Secondo le indagini, il conflitto aveva origine in una disputa su terreni agricoli: la famiglia Mancuso cercava di ottenere dei terreni appartenenti ai Vinci, che si opposero fermamente. Questo dissidio ha generato una catena di minacce e intimidazioni reciproche, culminando nell’omicidio di Matteo. “Dietro casa ce li ho, come faccio a vivere?”, si domanda Sara, mentre descrive la sua vita quotidiana avvolta dalla paura. “Se esco dal cancello sul retro, li vedo. Se vado nell’orto, ci sono. Ogni giorno è paura”. La sua voce è carica di rabbia e stanchezza, mentre attende le motivazioni della sentenza e l’inizio del nuovo processo.

Autobomba di Limbadi, Cassazione annulla l’ergastolo a Rosaria Mancuso
“Ma io non faccio passi indietro, è da trentasette anni che combatto”, afferma determinata. Anni caratterizzati da minacce, dispetti, agguati, denunce. Ad esempio, un anno fa il marito di Sara è stato citato in giudizio per invasione di terreno. “Ma quasi non cammina più: come avrebbe potuto?”, si chiede, spiegando come anche un bracciante che lavorava nei loro campi sia stato minacciato e costretto ad andarsene. Sara non riesce a comprendere come la giustizia possa aver ridotto la pena di Mancuso, pur confermando l’ergastolo per il genero. “L’aggravante mafiosa è caduta in appello, ma hanno confermato l’ergastolo per il genero. E non per lei, che si chiama Mancuso. È lei la matriarca, lei ha ordinato tutto”. Rosaria Mancuso, parte di una famiglia influente nella ‘ndrangheta, continua a esercitare il suo potere: “Sai come si presenta? ‘Io sono la Mbrogghia’.
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