Un nuovo assetto politico per la Bolivia
La vittoria di Rodrigo Paz rappresenta un cambiamento significativo che potrebbe ridisegnare gli equilibri interni della Bolivia. Dopo anni segnati da forti polarizzazioni, la scelta centrista sembra rispondere a una richiesta di stabilità e di superamento delle logiche conflittuali. Sul fronte parlamentare, il Partito Cristiano Democratico si prepara a governare con una maggioranza relativa, aprendo a possibili alleanze con altre forze moderate per garantire la governabilità.
Le prime dichiarazioni del presidente eletto hanno sottolineato la necessità di “restituire fiducia alle istituzioni e promuovere una cultura del confronto costruttivo”. In un Paese segnato da profonde divisioni etniche e sociali, il compito non sarà semplice. Tuttavia, la figura di Paz, ritenuta trasversale e priva di legami con gli scandali del passato, viene vista da molti come una garanzia di rinnovamento. Sul piano delle riforme, il nuovo esecutivo dovrà affrontare questioni cruciali come la ridefinizione dei rapporti tra Stato centrale e autonomie locali, la riforma della giustizia e la lotta alla corruzione. In particolare, la gestione delle ricchezze minerarie – tra cui il litio – resta uno dei nodi principali, anche in relazione agli interessi delle grandi potenze internazionali.
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Implicazioni internazionali e nuovi equilibri geopolitici
Il contesto economico richiede risposte rapide: la Bolivia ha visto negli ultimi anni una riduzione delle riserve in valuta estera e una crescita della povertà. I dati della Banca Centrale indicano una crescita del PIL rallentata e una disoccupazione giovanile superiore al 15%. Per questo, il rilancio degli investimenti e il sostegno all’imprenditoria locale saranno temi centrali nei primi mesi di governo. Da un punto di vista internazionale, l’ascesa del centro in Bolivia modifica il quadro geopolitico sudamericano. Il Paese, tradizionalmente diviso tra alleanze con blocchi populisti di sinistra e aperture verso il sovranismo di destra, sembra ora orientarsi verso una posizione più equilibrata. Le relazioni con l’Unione Europea, con Washington e con il Brasile potrebbero vivere una fase di rilancio, con l’obiettivo dichiarato di “rafforzare il dialogo e promuovere partenariati su basi di reciprocità”.
Uno degli aspetti più delicati riguarda la gestione delle risorse strategiche, soprattutto nel settore del litio. La Bolivia, che vanta uno dei maggiori giacimenti mondiali, ha visto negli ultimi anni una crescente presenza cinese nel comparto. La nuova amministrazione sembra intenzionata a “diversificare i partner senza rotture improvvise”, puntando a un maggiore equilibrio tra investimenti stranieri e tutela degli interessi nazionali. Gli analisti sottolineano inoltre come la scelta di un governo centrista possa favorire una maggiore stabilità anche nelle relazioni con i Paesi vicini. In particolare, la cooperazione con il Perù, l’Argentina e il Cile sarà fondamentale per lo sviluppo di infrastrutture energetiche e per la gestione integrata delle risorse idriche e minerarie.