Identità sconosciuta: età presunta 25-30 anni e nessuna denuncia di scomparsa
Secondo una prima valutazione, la donna avrebbe un’età apparente compresa tra i 25 e i 30 anni, ma non è stata ancora identificata. I controlli eseguiti negli archivi delle forze dell’ordine e tramite il sistema Afis per il riconoscimento delle impronte digitali non hanno fornito riscontri. Al momento, quindi, non risulta che la giovane fosse già registrata o nota alle autorità.
Nessuna indicazione utile è emersa nemmeno dalle verifiche effettuate presso i dormitori e le organizzazioni che assistono persone in condizione di marginalità presenti nell’area. Inoltre non risultano denunce di scomparsa riferibili alla donna, neanche in forma informale.
Tra le ipotesi prese in considerazione dagli inquirenti vi è quella che possa trattarsi di una cittadina straniera comunitaria, oppure di una persona nata in Italia o italiana ma senza legami familiari stabili nella zona. Non viene esclusa neanche la possibilità che la giovane fosse arrivata da poco nel territorio nazionale.
I rilievi sul corpo e il ruolo decisivo dell’autopsia
Sul corpo della vittima sono stati rilevati segni a livello del collo e un evidente ematoma all’occhio sinistro, elementi che potrebbero risultare compatibili con una possibile manovra di strangolamento, ipoteticamente anche con l’uso delle mani. Tuttavia, il medico legale non ha ancora formulato valutazioni conclusive sull’origine di tali lesioni.
L’esame autoptico, atteso a breve, sarà determinante per stabilire la causa esatta del decesso e per definire con maggiore precisione l’orario della morte. Questi elementi sono ritenuti fondamentali per la ricostruzione della dinamica dei fatti.
Per gli investigatori, attribuire un’identità alla donna rappresenta il passaggio prioritario. Solo in questo modo sarà possibile ricostruire le sue relazioni personali, le frequentazioni e i suoi ultimi movimenti, allo scopo di individuare una rete di contatti potenzialmente rilevante per l’inchiesta.
Nell’ambito delle verifiche sono stati utilizzati anche software specializzati nell’analisi di immagini e contenuti dei social network, strumenti che consentono di elaborare indici di probabilità di corrispondenza tra volti e profili digitali. Al momento, però, tali ricerche non hanno prodotto risultati utili.
Gli inquirenti fanno quindi affidamento sulla collaborazione dei cittadini: si ribadisce che anche un’informazione ritenuta inizialmente marginale potrebbe rivelarsi decisiva per sbloccare l’indagine e dare un nome alla giovane trovata morta in via Paruta.