L’università di Aarhus in Danimarca, in un recente studio, pubblicato sulla rivista PLOS Medicine, un articolo in cui evidenzia un collegamento significativo tra emicrania e un aumentato rischio di ictus ischemico da parte degli uomini e delle donne. Nello specifico, per le donne, il mal di testa è anche correlato a una maggiore probabilità di sviluppare un infarto miocardico e un ictus emorragico.
Leggi anche: Bimba scomparsa a Firenze, parla il padre: chi è stato a rapirla
Leggi anche: Silvio Berlusconi, dopo la morte il suo avvocato rompe il silenzio e spiazza tutti
I sintomi comuni di ictus e infarto
L’esito di questi risultati è stato esposto durante la seconda edizione del meeting “Rome Peripheral Interventions” che si è tenuto a Roma. Questo evento ha riunito esperti del settore medico per discutere delle ultime evidenze cliniche e delle opzioni di trattamento endovascolare per le patologie extracoronariche.
La conferenza, patrocinata dalla Società italiana di cardiologia interventistica (Gise), dall’Associazione italiana di neuroradiologia diagnostica e interventistica (Ainr) e dalla Società italiana di chirurgia vascolare ed endovascolare (Sicve), ha condiviso informazioni importanti sul legame tra emicrania e rischio di ictus. L’ictus cerebrale, sia ischemico che emorragico, rappresenta la principale causa di disabilità nell’adulto e la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le malattie oncologiche. È importante sottolineare che questa malattia non colpisce soltanto le persone anziane, ma si può presentare anche nei giovani. In Italia, si registrano circa 150.000 nuovi casi di ictus cerebrale all’anno, di cui 4.200 coinvolgono persone nella fasci d’età tra i 45 anni e 10.000 persone di età inferiore ai 54 anni. (continua dopo la foto)
Leggi anche: Massimo Giletti ad un passo dalla Rai, per lui un programma tutto nuovo
Lo studio Danese
Il recenti studio condotto dall’Università danese, ha esaminato le cartelle cliniche di persone di età compresa tra i 18 e i 60 anni, raccogliendo dati dal 1996 al 2018. I ricercatori hanno riconosciuto nei pazienti, che soffrivano di emicrania attraverso le prescrizioni di farmaci e hanno confrontato il loro rischio di infarto e ictus ischemico ed emorragico prima dei 60 anni, con quello di persone senza nessun sintomo di emicrania nella popolazione generale. I risultati dell’analisi hanno dimostrato che sia gli uomini che le donne che soffrono di emicrania mostravano segni di un rischio maggiore di ictus ischemico. Le donne con emicrania si sono distinte per un elevato rischio, rispetto agli uomini, di sviluppare un infarto miocardico e un ictus emorragico rispetto agli uomini con emicrania e alla popolazione generale senza emicrania.
Secondo il professor Giovanni Esposito, esperto di Cardiologia e direttore della Uoc di Cardiologia, Emodinamica e Utic presso l’Azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli e presidente della Gise, questo studio potrebbe dare una mano ad individuare velocemente i soggetti a rischio e ad effettuare interventi e terapie rapide e mirate. Identificare l’ emicrania come possibile “spia” potrebbe contribuire a una diagnosi veloce ed alla gestione corretta per ridurre il rischio di ictus e infarto, che possono causare disabilità permanente o addirittura la morte. (continua dopo la foto)
Ictus e infarto, i sintomi che danno l’allarme
Approfondire gli studi di questa relazione tra emicrania e rischio cardiovascolare può portare a una maggiore consapevolezza sulla necessità di monitorare attentamente la salute degli individui affetti da emicrania e adottare misure preventive appropriate. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere pienamente i meccanismi sottostanti a questa relazione e per sviluppare strategie rapide ed efficaci. Infine, questo studio evidenzia l’importanza di prendere in considerazione l’emicrania come un fattore di rischio potenziale per lo sviluppo di ictus e infarto. La sensibilizzazione su questa connessione può guidare la comunità medica e i pazienti verso un approccio più dinamico nella gestione e nella prevenzione di queste condizioni da non sottovalutare.