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“In carcere per mesi”. Flotilla, arriva l’annuncio durissimo: ecco da chi

La vicenda della Global Sumud Flotilla si arricchisce di un nuovo, clamoroso capitolo. Dopo giorni di tensioni internazionali, testimonianze di maltrattamenti e polemiche sulla gestione della detenzione degli attivisti, un messaggio video pubblicato sui social da un esponente di primo piano della politica israeliana ha alzato ulteriormente i toni. Le sue parole non sono passate inosservate, aprendo scenari ancora più controversi sul destino di chi è stato fermato nelle acque del Mediterraneo.

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La posizione di Itamar Ben Gvir

A parlare è stato Itamar Ben Gvir, ministro dell’ultradestra israeliana, noto per le sue posizioni intransigenti. Nel suo messaggio ha criticato apertamente il premier Benjamin Netanyahu, giudicando un errore la scelta di procedere con l’espulsione degli attivisti. Secondo Ben Gvir, liberarli non farebbe altro che favorire nuovi tentativi di ingresso: «Espellerli è un errore, perché torneranno ancora e ancora. Devono restare qui, in carcere, per mesi, così da abituarsi all’odore dell’ala terroristica». Un linguaggio durissimo, che riflette la linea di rigore invocata da una parte consistente della destra israeliana.

Il trasferimento a Saharonim

Nel frattempo, gli attivisti della Flotilla sono stati trasferiti nel carcere di Saharonim, situato nel deserto del Negev, non lontano dal penitenziario di Ktziot. La struttura è nota per ospitare migranti e detenuti coinvolti in vicende di carattere internazionale. A fare chiarezza sullo spostamento è stata l’International Federation for Human Rights, di cui fa parte anche Adalah, l’organizzazione legale che segue da vicino il caso. Non tutti però hanno seguito lo stesso destino: gli attivisti intercettati sulla barca dei Marinette sono stati fermati in un’operazione separata e, al momento, si trovano in una situazione ancora incerta.

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