
Incidente Air India, chi era il pilota dell’aereo precipitato. Un mayday disperato, lanciato dalla cabina pochi istanti prima dell’impatto. Poi, il silenzio. Nessuna risposta dalla torre, nessuna spiegazione. È l’ultimo messaggio partito dal volo Air India precipitato ad Ahmedabad, diretto a Londra, che ha causato oltre 240 morti. Nuove informazioni fanno luce sulla figura del comandante e del copilota del volo, uno dei quali avrebbe afferrato il microfono proprio in quei secondi finali
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Incidente aereo Ahmedabad: un decollo anomalo in 28
Un boato, ventotto secondi di volo e poi il disastro. A bordo del Boeing 787 Dreamliner di Air India, diretto a Londra, c’erano oltre 240 persone. L’aereo è precipitato nei pressi di Ahmedabad, in India, appena dopo il decollo. Un solo superstite. Un volo che doveva essere routine si è trasformato nella tragedia aerea più grave della storia del Paese negli ultimi decenni. Le cause? Ancora oscure. Ma tra carrello abbassato, flap in posizione anomala e temperatura ambientale sopra i 37 gradi, gli investigatori hanno molto da chiarire.
Il tempo che il velivolo impiega per sollevarsi dalla pista è brevissimo, circa quattro secondi. Poi qualcosa si interrompe. Nei successivi sette secondi il jet rallenta l’ascesa, e invece di guadagnare quota come previsto, procede orizzontalmente. Per dodici secondi resta sospeso a bassa quota, prima di perdere improvvisamente altitudine e schiantarsi contro una serie di edifici a meno di due chilometri dall’aeroporto. Un impatto devastante a oltre 300 km/h.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la dinamica dell’incidente è stata divisa in cinque fasi e al momento sotto esame ci sono le condizioni tecniche del velivolo, l’eventuale malfunzionamento di uno o entrambi i motori e il contesto ambientale. Il caldo estremo, infatti, può ridurre la portanza e la spinta dei motori, se non considerato correttamente nella configurazione di decollo.
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Boeing 787 Dreamliner: il primo incidente mortale del modello
Il Boeing 787, entrato in servizio nel 2011, era considerato uno dei jet più affidabili del lungo raggio: mai un incidente mortale in oltre 5 milioni di decolli. L’aeromobile coinvolto aveva accumulato più di 41.000 ore di volo e circa 8.000 cicli di decollo e atterraggio, 700 solo nell’ultimo anno.
Eppure, proprio questo modello ha lasciato perplessi gli esperti. In uno dei video esaminati, il jet vola con il muso verso l’alto, mantenendo però una traiettoria discendente. Un comportamento aerodinamico «insolito». Inoltre, i flap posteriori sembrano non estesi come dovrebbero nei primi minuti dopo il decollo. «Perché il carrello non era retratto?», si chiedono due comandanti. Il mistero si infittisce. L’ipotesi più citata, per ora, è una possibile perdita di potenza, ma difficile pensare che entrambi i motori si siano guastati contemporaneamente.
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