
Una finale di Champions League da incubo per l’Inter, travolta 5-0 dal Paris Saint-Germain a Monaco di Baviera. Il secondo tempo della partita ha riportato alla mente le grandi rimonte del passato, ma questa volta il miracolo non c’è stato. Anzi, i nerazzurri hanno subito una lezione impietosa, aprendo scenari di crisi interna, con il caso Frattesi-Inzaghi che potrebbe cambiare il futuro della squadra. Ecco cos’è accaduto nella notte più buia della stagione interista.
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Scelte discutibili e una panchina che brucia
Molti tifosi e addetti ai lavori hanno criticato le scelte tattiche di Inzaghi, su tutte quella di non inserire Davide Frattesi in un momento in cui l’Inter necessitava di peso offensivo e coraggio. Frattesi, autore di 7 gol in 47 presenze stagionali, è rimasto in panchina per tutti i 90 minuti. Una decisione che ha lasciato perplesso lo stesso giocatore, tanto che – secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport – ha affrontato Inzaghi nel post partita, chiedendogli apertamente: “Perché non mi hai fatto entrare?”. Il clima nello spogliatoio nerazzurro è teso e, secondo fonti vicine alla società, la frattura tra tecnico e giocatore sarebbe ormai profonda e difficilmente sanabile.

Il peso della sconfitta: crolla anche la tenuta mentale
Al di là del risultato, a preoccupare è stata la totale assenza di reazione da parte dell’Inter. Il PSG ha avuto campo libero, ha colpito con precisione chirurgica e ha dato l’impressione di essere di un altro livello. “È una giornata nera, dobbiamo accettarlo”, ha ribadito Dumfries, sottolineando come la squadra fosse psicologicamente crollata già al termine del primo tempo. L’immagine di una squadra senza idee, senza leader, senza orgoglio. Inzaghi, spesso elogiato per le sue capacità di gestione nei momenti critici, questa volta non è riuscito a trovare alcuna soluzione, né attraverso i cambi né attraverso gli stimoli emotivi.