
Dopo l’attacco notturno degli Stati Uniti contro tre impianti nucleari iraniani, la verità si scontra con la propaganda. Da una parte Donald Trump parla di “distruzione quasi totale”, dall’altra Teheran minimizza i danni. Nel mezzo, dubbi e contraddizioni. Le immagini satellitari mostrano movimenti sospetti, i dati ufficiali mancano, e intanto cresce il sospetto che il sito più strategico, Fordow, sia stato svuotato prima del raid. Cosa è accaduto davvero?
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Attacco USA in Iran: l’enigma della distruzione dei siti nucleari iraniani
Il bombardamento americano contro i siti nucleari iraniani si è abbattuto come una pioggia di fuoco su tre obiettivi chiave: Natanz, Isfahan e Fordow. L’operazione, secondo fonti militari USA, ha coinvolto i bombardieri stealth B-2, che avrebbero sganciato sette bombe-bunker perforanti, e una batteria di 30 missili Tomahawk lanciati da sottomarini statunitensi nel Golfo. In tutto, 30 tonnellate di esplosivo su installazioni sotterranee che secondo gli avversari servivano a preparare l’arma atomica, ma che per Teheran erano parte di un programma civile.
Tuttavia, la verifica dei danni reali richiederà tempo. Le immagini satellitari pre-attacco, comparse online, mostrano un insolito traffico di camion intorno al sito di Fordow nei giorni precedenti, lasciando intendere un possibile trasferimento anticipato del materiale nucleare più sensibile. L’ipotesi è che l’Iran abbia messo in salvo il cuore del suo programma atomico.

Fordow, il vero obiettivo: è stato davvero colpito?
Tra i tre siti attaccati, Fordow è il più misterioso. Secondo fonti americane e israeliane, è lì che si concentra la parte più nascosta del programma atomico iraniano. Situato nelle viscere della montagna, vicino alla città di Qom, è il simbolo dell’inaccessibilità strategica. Ma proprio Fordow è oggi al centro del dubbio: è stato colpito o era già stato svuotato?
Mohammad Manan Raisi, parlamentare iraniano di Qom, ha dichiarato che “l’impianto non ha subito gravi distruzioni”, smentendo le affermazioni del presidente Donald Trump che parlava di “distruzione quasi totale”. Al contrario, l’intelligence israeliana sostiene che almeno Natanz sia stato completamente distrutto, mentre per Fordow si rimanda a future verifiche. Anche l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), tramite il direttore generale Rafael Grossi, si allinea parzialmente a queste valutazioni, pur mantenendo un profilo cauto.
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