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Italia, marito e moglie ritrovati così nella loro villa: la scoperta choc

Italia, marito e moglie ritrovati così nella loro villa: la scoperta choc – Il ritrovamento di due coniugi mummificati nella loro villa di Montericco ha profondamente colpito l’opinione pubblica italiana, portando alla luce dettagli inediti solo a seguito delle indagini concluse mesi dopo. La tragica vicenda di Marco Steffenoni, 75 anni, e Maria Teresa Nizzola, 76 anni, si è svolta nel più totale silenzio, ribadendo quanto la loro scelta di isolamento possa aver influito sulle circostanze della morte e sul successivo ritrovamento. Prima di esaminare l’ultimo elemento emerso, è necessario ripercorrere la loro storia.

Italia, marito e moglie ritrovati così nella loro villa: la scoperta choc

I coniugi Steffenoni, per oltre vent’anni, hanno vissuto lontano dai riflettori, scegliendo di tagliare ogni legame con il mondo esterno. La loro villa, immersa nelle colline tra Verona e Negrar, era diventata il loro rifugio, dove la solitudine veniva accompagnata solo dal paesaggio naturale circostante. La morte, avvenuta in modo discreto e silenzioso, è stata attribuita a intossicazione da monossido di carbonio, come stabilito dal medico legale incaricato dalla procura. Il caso ha assunto particolare rilevanza per la modalità con cui i corpi sono stati scoperti: a distanza di circa tre mesi dal decesso, tre giovani appassionati di urbex (urban exploration) hanno trovato i corpi ormai mummificati all’interno della villa apparentemente abbandonata. La cassetta della posta era colma di lettere e bollette scadute, e l’abitazione risultava infestata da insetti. All’interno, la signora Nizzola era seduta su una poltrona del salotto, mentre il marito giaceva a terra nella camera da letto al piano superiore.

La ricostruzione degli eventi suggerisce che la signora Maria Teresa sia stata la prima vittima, colpita mentre era seduta di fronte al camino, da cui si è diffuso il gas letale. Il calore del fuoco avrebbe accelerato il processo di disidratazione del corpo, complicando ulteriormente il lavoro dei medici legali. Successivamente, il monossido ha raggiunto anche Marco Steffenoni, provocando un arresto cardiaco e una concentrazione di gas nel sangue pari al 42%.

Ritrovamento e dettagli delle indagini

I risultati dell’autopsia, ottenuti dopo quasi otto mesi dalla morte e cinque dal ritrovamento dei corpi, hanno escluso l’intervento di terze persone, portando la procura a richiedere l’archiviazione. Tuttavia, queste conclusioni hanno permesso di sbloccare una questione rimasta sospesa: la distribuzione dell’eredità. Gli inquirenti hanno scoperto che i coniugi avevano redatto dei testamenti in cui manifestavano la volontà di lasciare tutti i loro beni al WWF, organizzazione di cui erano soci dagli anni Ottanta. Solamente il testamento di Marco Steffenoni era stato formalmente depositato, mentre Maria Teresa aveva predisposto diverse versioni senza mai ufficializzarle tutte. Decisivo è stato stabilire la cronologia della morte: risultando Maria Teresa la prima a decedere, anche solo di poche ore, i suoi beni sono passati a Marco, che a sua volta li ha lasciati tramite testamento al WWF. La villa di Montericco e gli altri possedimenti sono così confluiti nell’asse ereditario destinato all’associazione ambientalista. Il WWF si occuperà anche dell’organizzazione dei funerali e della sepoltura nella cappella di famiglia di Maria Teresa, situata nel Mantovano.

Nonostante la documentazione raccolta, la mancata possibilità di misurare con precisione il livello di monossido nel sangue della donna rende plausibile che alcuni parenti possano avanzare pretese sull’eredità. Al momento, le salme si trovano ancora all’Istituto di Medicina Legale di Borgo Roma, in attesa delle ultime procedure amministrative.

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