La madre di Sinner spiega l’assenza: “Troppa emozione”
«Non guardo mai le partite di Jannik dal vivo per intero»,
ha ammesso candidamente a La Gazzetta dello Sport, intercettata lungo il Lungotevere mentre camminava da sola, visibilmente provata.
«Mi sento meno agitata. Mio marito invece è rimasto, lui non si fa problemi». Una scelta che sa di rituale e protezione, quasi superstiziosa, ma profondamente umana.
Siglinde Sinner, una madre fuori dal campo
A differenza del padre, figura più razionale, Siglinde Sinner si conferma come l’anima più sensibile della famiglia. Lontana dalle telecamere e da quella poltrona che molti genitori sognerebbero, ha preferito allontanarsi, cercando rifugio nel silenzio delle strade romane. «Aspetto che finisca. No, non penso di rientrare» – ha detto con un sorriso teso – «Come dice sempre Jannik, alla fine è solo un gioco».
Una frase che vale più di qualsiasi commento tecnico. Il tennis, in casa Sinner, non è mai stato una prigione emotiva, ma un’occasione di crescita. E forse proprio questo equilibrio ha forgiato il carattere granitico del campione, capace di rimettere in piedi un match maledetto, punto dopo punto, senza mai perdere lucidità.
Finale Internazionali d’Italia, Sinner e la tribuna vuota
Domenica, per la prima volta nella sua carriera, Jannik Sinner giocherà la finale agli Internazionali BNL d’Italia, davanti al pubblico di casa, contro l’astro nascente Carlos Alcaraz. Un duello che promette scintille. Ma la domanda resta: ci sarà anche Siglinde? La risposta è appesa a un filo sottile, quello della sua emotività.
Già durante le ATP Finals di Torino, la madre aveva seguito solo spezzoni delle partite, incapace di sostenere il peso emotivo dell’intero incontro. Ora, in uno stadio che sarà un inferno sportivo, forse sceglierà ancora una volta di sostenere da lontano, con “il cuore in tribuna e lo sguardo rivolto a uno schermo”.
