Vai al contenuto
Questo sito contribuisce alla audience di

Kata scomparsa, la notizia sulle telecamere: cosa vogliono fare

Caso Kata Firenze

Kata scomparsa, la notizia sulle telecamere: cosa vogliono fare – Non si fermano le indagini sulla scomparsa della piccola Kata, la bimba peruviana di 5 anni di cui si sono perse le tracce il 10 giugno scorso, mentre giocava nel cortile dell’ex hotel Astor di Firenze. In quella struttura, controllata più volte dalle forze dell’ordine, la bambina viveva assieme alla mamma e al fratellino.

Leggi anche: “Chi l’ha visto?”, spunta l’ultima foto di Kata

Leggi anche: Kata scomparsa, il mistero del cancello a “Chi l’ha Visto?”

Kata scomparsa, la notizia sulle telecamere: cosa vogliono fare

Dopo giorni di silenzio, il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli, che segue il caso di Kata con i pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se ci fossero delle novità sul caso, ha precisato che “le indagini sono sempre in corso e continua anche l’analisi delle telecamere cittadine”. (continua a leggere dopo le foto)

Leggi anche: Kata scomparsa, la notizia sul Dna è appena arrivata: cos’hanno sequestrato

Leggi anche: Kata scomparsa: parla il generale Garofano

Torna a parlare il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli

Luca Tescaroli già nei giorni scorsi, intervistato al Tg1, aveva chiesto “ai familiari il più stretto riserbo e un impegno da parte della collettività, invitando coloro che sanno a riferire esclusivamente a quest’ufficio nell’interesse prioritario della piccola bimba scomparsa”. La verità è che però al momento non sembrano esserci sviluppi importanti: non c’è una pista concreta da seguire.

Kata scomparsa: le parole degli avvocati dei genitori della bimba di cui si sono perse le tracce

Gli avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni che assistono i genitori di Mia Kataleya Chiclio Alvarez recentemente avevano detto la loro ai cronisti. Secondo Zanesi, gli investigatori non sono riusciti ancora ad “imboccare la pista risolutiva. Serve uno scarto in avanti. Non bastano chiamate in correità generiche tipo ’quello ha commesso quel reato’. Qualcuno deve auto accusarsi”, ha detto a «La Nazione». Sempre Zanesi ha fatto intuire che le indagini si concentrerebbero sulle persone che occupavano abusivamente l’ex Hotel Astor e che gestivano la riscossione degli affitti. Una versione che però per ora non trova conferma dalle forze dell’ordine.

powered by Romiltec

©Caffeina Media s.r.l. 2025 | P. IVA: 13524951004


Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure