
Una giovane donna in viaggio verso Milano per tornare a casa dopo una lunga giornata. Un vagone di un regionale semivuoto, dove dovrebbe esserci solo la tranquillità dei pendolari. E invece, in pochi secondi, quell’ordinaria normalità si trasforma in pura paura. Il racconto di Stephanie, modella brasiliana di origini italiane, fa gelare il sangue: urla improvvise, mani al collo, calci e pugni tra l’indifferenza di chi guarda senza muoversi. «Aggredita dal nulla, ha detto che mi avrebbe ucciso», denuncia ancora scossa. Un episodio che riaccende il tema della sicurezza sui mezzi pubblici e lascia interrogativi inquietanti sulle reazioni – o meglio, sulle non-reazioni – dei presenti.


Aggressione sul treno: il terrore tra Carnate e Arcore
Lunedì 3 novembre, poco dopo le 20, sul regionale della linea Ponte San Pietro–Milano Garibaldi, la vita di Stephanie cambia bruscamente. Il treno effettua la fermata a Carnate-Usmate, località già sotto osservazione per problemi legati alla sicurezza. È lì che sale l’uomo che di lì a poco la aggredirà. Secondo la ricostruzione riportata dal Corriere della Sera, lui – «un ragazzo, era un treno di quelli a due piani» – inizia a fissarla con insistenza. Lei prova a ignorarlo, ma lo sguardo diventa minaccioso. Poi, le urla: «tu devi stare zitta».
La giovane, spaventata, stringe in tasca lo spray al peperoncino. Risponde solo con un «stai zitto tu». E in quell’istante, come racconta, la situazione «è precipitata».

Su un treno tra le stazioni di Carnate e Arcore, una giovane modella brasiliana è stata aggredita e picchiata da un extracomunitario.
— Francesca Totolo (@fratotolo2) November 6, 2025
“Si è alzato per seguirmi, gridandomi che mi avrebbe uccisa. Poi ha provato a prendermi per il collo. A quel punto ho spruzzato lo spray al… pic.twitter.com/fazOf1gimp
Attacco violento e indifferenza dei passeggeri
«“Sono io che faccio finire la tua vita”, mi diceva; mi ha messo le mani al collo, ho usato lo spray, ma è riuscito a darmi un pugno qui – dice indicando la fronte –. Sono caduta per terra e mi dava calci, ho i segni sulla gamba, sul fianco, sui polsi». Una scena brutale, ripresa in parte dal cellulare della vittima e poi pubblicata sui social.
Mentre l’uomo la colpisce, attorno – denuncia Stephanie – nessuno interviene davvero: «La gente sembrava più preoccupata del fatto che avessi spruzzato il gas urticante, quasi scocciata. Di fatto mi sono salvata da sola, quando le porte del treno si sono aperte, e sono scesa di corsa».
Alla stazione di Arcore, la ragazza chiede aiuto. L’aggressore però riesce a dileguarsi prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Il livido sulla fronte si può coprire con il fondotinta. Molto più difficile è nascondere la paura. «Ogni giorno, per una donna sola, in un Paese che sembra diventare sempre più pericoloso, sopravvivere è quasi impossibile», si sfoga parlando con i giornalisti. E la mente corre subito a un’altra aggressione assurda avvenuta pochi giorni prima: la donna accoltellata in piazza Gae Aulenti a Milano, vittima anch’essa scelta a caso.
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