Manlio Messina lascia Fratelli d’Italia
È in questo scenario carico di tensione che arriva, come un fulmine a ciel sereno, l’annuncio di Manlio Messina: “Comunico la mia decisione di lasciare Fratelli d’Italia e di dimettermi dal gruppo parlamentare”, parole che risuonano con il peso di una scelta definitiva. A queste, si aggiunge la ferma dichiarazione: “Non aderirò ad altri partiti, né ora né in futuro”, una presa di posizione senza possibilità di ritorno.
Dietro le quinte: parole cariche di dolore e nuove incertezze
Ma la rottura non si esaurisce qui. Nel mezzo della bufera, l’ex membro del partito apre anche alla possibilità di abbandonare il proprio incarico alla Camera: “Valuterò nei prossimi giorni se proseguire il mio mandato parlamentare o concludere questa esperienza, lasciando anche il ruolo di deputato”. Un’affermazione che lascia spazio a mille interrogativi sul futuro e sull’equilibrio interno.
“È stata un’esperienza intensa – ha aggiunto – che ha rappresentato la mia passione e il mio impegno più autentico verso la politica, a cui ho dedicato gran parte della mia vita”. Una riflessione che trasmette tutta l’amarezza di un addio, svelando la profondità della frattura con la linea attuale della formazione politica.

Le radici della crisi: tra scandali e lotte intestine
Da mesi la crisi interna si era fatta sentire. Il cosiddetto “caso Auteri” aveva già portato a dimissioni e polemiche, con accuse di fondi pubblici gestiti in maniera opaca e richieste, rimaste inascoltate, di maggiore responsabilità da parte dei colleghi.
Ora, il terremoto si intensifica: la sezione siciliana si trova ad affrontare nuove inchieste giudiziarie che travolgono figure di primo piano, tra accuse di corruzione e peculato, e sospetti legati all’uso di risorse pubbliche per eventi di grande risonanza internazionale. Uno scenario che getta ombre sempre più fitte sul presente e sul futuro del movimento.
L’addio che cambia tutto: uno strappo difficile da ricucire
Questo abbandono, che arriva in un momento di massima fragilità e imbarazzo politico, segna un punto di svolta per la formazione in Sicilia. La scelta di uno dei suoi più fedeli rappresentanti, legato profondamente alla leader Giorgia Meloni, lascia un vuoto difficile da colmare e apre una fase di incertezza che potrebbe ridefinire gli equilibri interni.
Non resta che interrogarsi su come reagirà il partito a questa ondata di cambiamenti, mentre il clima resta sospeso e l’eco della decisione risuona forte tra le fila di chi resta.