
Una porta chiusa troppo in fretta, uno sguardo schivato, e la sensazione che alcune domande – le più semplici – non trovino mai risposta. Nel caso di Liliana Resinovich, scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021, ogni dettaglio sembra avere un’eco sinistra. E ogni silenzio, un peso che grava sulla verità. Le telecamere di Chi l’ha visto hanno portato alla luce non solo elementi inediti, ma anche reazioni che alimentano i dubbi. A cominciare da quelle del marito Sebastiano Visintin, oggi al centro di nuovi interrogativi.
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Caso Resinovich: la questione dei coltelli
Il caso Resinovich torna sotto i riflettori con il sequestro di altri tre coltelli appartenenti a Sebastiano Visintin, che – secondo quanto riportato da Leggo – li avrebbe donati in passato a un amico. Una circostanza che si inserisce in un contesto già segnato da oggetti spariti, poi ritrovati, e memorie confuse.

Morte di Liliana Resinovich: i punti senza risposta
Non è la prima volta che si fa riferimento a una collezione di lame in casa Resinovich: anche Claudio Sterpin, amico di famiglia, aveva parlato di “una ventina di coltelli” ricevuti in dono dalla stessa Liliana. Il sequestro recente riapre interrogativi anche su un braccialetto tagliato, trovato dal fratello Sergio Resinovich tra i ricordi della donna: «Qualcuno quando ha portato via tutta la roba di mia sorella ha tagliato anche questo». Il dettaglio, apparentemente minore, si somma a un mosaico che resta disordinato.
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