
La vicenda della morte di Liliana Resinovich, la donna scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022 a Trieste, si arricchisce di un nuovo elemento con l’iscrizione di un indagato nel registro degli indagati. Dopo anni di accertamenti e discussioni tra esperti, la frattura della vertebra T2 emerge come elemento cruciale nell’inchiesta.
Leggi anche: Il campione italiano in ospedale: cos’è successo e l’annuncio ai fan

Indagato per la morte di Liliana Resinovich
L’attuale indagine coinvolge direttamente la figura del marito, Sebastiano Visintin, già oggetto di attenzione da parte delle autorità, nonostante inizialmente si fosse ipotizzato un suicidio. Il focus degli investigatori si è però spostato sulla lesione vertebrale, considerata ora un possibile fattore determinante nella ricostruzione degli eventi.
Nuove valutazioni sulla frattura della vertebra T2
Nel 2022, il medico legale Fulvio Costantinides e il radiologo Fabio Cavalli avevano sostenuto la tesi del gesto volontario. Questa interpretazione aveva guidato le prime fasi dell’inchiesta, generando incertezza e dolore tra i familiari. Tuttavia, la relazione della dottoressa Cristina Cattaneo ha introdotto elementi incompatibili con il suicidio, offrendo una nuova prospettiva alle indagini e maggiore fiducia ai parenti della vittima.
La frattura della vertebra T2 è stata al centro di un acceso dibattito. Il tecnico anatomico Giacomo Molinari aveva dichiarato di essere responsabile della lesione durante le procedure autoptiche, ma successivi accertamenti hanno stabilito che la frattura era già presente prima del suo intervento. Questo dettaglio ha portato a rivedere la ricostruzione iniziale e a rafforzare i dubbi sulle cause della morte.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva