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Luciano Spalletti fa infuriare tutti dopo Norvegia-Italia: cos’è successo

Luciano Spalletti fa infuriare tutti dopo Norvegia-Italia: cos’è successo. Una serata da dimenticare per gli Azzurri, ma impossibile da ignorare per chi osserva con occhi critici il presente e il futuro della Nazionale. Un 3-0 che ha lasciato il segno, non solo sul campo, ma anche nella fiducia – già fragile – del pubblico italiano. Luciano Spalletti, al centro della bufera, sceglie la linea dura: niente mea culpa e nessun passo indietro. Ma la domanda serpeggia ovunque: è davvero questo il progetto giusto per l’Italia?

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Crisi della Nazionale: il progetto tecnico di Spalletti

Il commissario tecnico Luciano Spalletti non ha fatto passi indietro dopo la pesante sconfitta contro la Norvegia. “Si va avanti con questo progetto, è il migliore che abbiamo valutato”, ha dichiarato ai microfoni della Rai, lasciando intendere che non ci saranno rivoluzioni, né nella tattica né nei nomi. Il tecnico ha ribadito la sua fiducia nel gruppo attuale, sottolineando che si tratta di una squadra costruita con attenzione e convinzione.

Tuttavia, le scelte del CT sembrano non convincere più i tifosi né una parte della critica sportiva. L’hashtag #SpallettiOut, diventato virale sui social, è il simbolo di un malcontento che cresce di partita in partita. La frattura tra la visione del tecnico e le aspettative del pubblico si fa sempre più ampia.

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Spalletti e il problema dell’identità

Uno dei punti più discussi riguarda l’incapacità della squadra di reagire dopo essere andata in svantaggio. “Dopo il 2-0 loro si sono ripiegati, aspettavano bene a metà campo e gli spazi era difficile trovarli“, ha commentato Spalletti, evidenziando una delle principali fragilità: l’assenza di incisività e di idee chiare in fase offensiva.

In molti puntano il dito anche su un altro nodo strutturale: la mancanza di uno “zoccolo duro”. Le continue rotazioni, la difficoltà a costruire un gruppo stabile e affiatato, stanno facendo emergere un limite spesso imputato al tecnico: ottimo nel lavoro quotidiano di club, meno incisivo nel creare spirito di squadra in una Nazionale. Un tweet virale è stato lapidario: “ottimo allenatore di club, ma non un selezionatore“. Una frase che fotografa il sentimento diffuso tra tifosi disillusi.

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