Parole di supporto, ma in sampo una squadra spenta
Dopo la partita di Oslo, i giocatori hanno espresso supporto verbale. Il giovane Coppola ha parlato di “mancanza di reazione”, mentre Barella ha cercato di mostrarsi ottimista: “Nulla è impossibile”. Tuttavia, queste sembrano frasi prive di sostanza rispetto a ciò che si è visto in campo. L’Italia appare spenta, confusa e arrendevole, più smarrita che unita.
Anche Di Lorenzo, tra i leader, ha ammesso il calo “fisico e mentale” della squadra. Nessuno si aspettava una sconfitta così severa, ma il problema è proprio questo: l’Italia fatica a interpretare le partite, manca di un piano B e non riesce a reagire. Quando testa e gambe cedono, spesso non si tratta solo di un problema tecnico.

Contro la Moldova per salvare la faccia
La gara di lunedì contro la Moldova non si gioca solo per i tre punti: è in gioco una narrazione, un clima, una speranza. Spalletti potrebbe optare per cambiamenti significativi, specialmente a centrocampo e in attacco, ma servirà più di una vittoria di facciata. È necessario un segnale forte, ma potrebbe non essere sufficiente per salvargli il posto.
Martedì sarà comunque il giorno del giudizio. Gravina non può ignorare la serietà della situazione. La Nazionale è in crisi di risultati e identità. Anche in caso di successo contro la Moldova, la valutazione sarà più ampia, includendo idee, gestione e prospettive future. La decisione potrebbe già essere presa.
Polemiche sulla Nazionale: Luciano Spalletti a un passo dall’esonero?
Attualmente Spalletti sembra isolato, privo di una struttura di supporto. Mancano figure direttive e di peso accanto a lui, e la sua energia, che aveva portato il Napoli allo scudetto, sembra dissolta in un ambiente che lo ha prosciugato. Spalletti si è perso, e con lui l’entusiasmo del gruppo.
Se dovesse essere esonerato, la FIGC dovrà riflettere su sé stessa. Cambiare l’allenatore non basta se la squadra è in difficoltà su più fronti. Il problema immediato è che l’Italia è di nuovo nel caos, rischiando di rimanerci a lungo.