
Ogni volta che si accendeva la televisione e partiva quella sigla inconfondibile, una generazione intera si sentiva a casa. Dietro a quell’orchestra brillante, alle melodie che accompagnavano i momenti comici, grotteschi o malinconici di una delle serie più iconiche della storia, c’era un uomo. Un professionista che, più di chiunque altro, ha saputo trasformare la musica in linguaggio narrativo. Eppure il suo volto è rimasto nell’ombra, dietro i riflettori, ma ogni nota che ha scritto ha contribuito a scolpire il successo de I Simpson nel tempo.
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Non è semplice raccontare l’impatto di una musica che ha attraversato decenni, che ha accompagnato episodi memorabili e che ha saputo adattarsi con versatilità ai tanti registri dello show: dalla satira politica alla commedia slapstick, dalla parodia hollywoodiana ai momenti di struggente umanità. È proprio in quella miscela che si inseriva la sua firma: capace, mai invadente, sempre riconoscibile. Una firma che ora si è spenta, ma che continuerà a risuonare sugli schermi di tutto il mondo.
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