
Un’ombra si allunga oggi sul mondo della musica: è quella del maestro, leggenda del basso che ha riscritto i confini del suo strumento e ha accompagnato, con discrezione e potenza, alcuni dei nomi più grandi del pop, del jazz e della fusion. La notizia della sua scomparsa a 73 anni, avvenuta il 19 ottobre 2025, scuote non soltanto gli appassionati delle sei corde, ma l’intero panorama musicale.

La carriera del bassista
Nato a New York il 23 giugno 1952, l’artista muove i primi passi musicali al pianoforte e alla chitarra, prima di approdare al basso elettrico, innescando così una traiettoria che lo avrebbe trasformato in una vera icona dello strumento. Fin da subito, la sua versatilità lo rende un musicista richiestissimo nei locali della Grande Mela, partecipando a migliaia di session e a oltre 500 album.
Il suo talento non si limita al pop-groove: la leggenda musicale lavora con artisti come Steely Dan, Paul Simon, Michel Petrucciani e molti altri, dimostrando un’attitudine rara, capace di attraversare generi e confini.

L’innovazione del contrabass guitar
Forse il contributo più rivoluzionario del musicista è stato il suo approccio allo strumento stesso. Frustrato dai limiti della tradizionale linea a quattro corde, egli concepisce la “contrabass guitar”, un basso a sei corde (accordato generalmente B-E-A-D-G-C) che amplia l’estensione timbrica e armonica del basso.
In un’intervista dichiarò: «“Why is four [strings] the standard and not six? … The logical conception for the bass guitar encompasses six strings.”»
Con questo strumento, il virtuoso segna momenti memorabili come la linea di basso sull’album degli The O’Jays Ship Ahoy – il celebre brano “For the Love of Money” – diventato un’icona del funk e del pop.
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