
Si è spento all’età di ottant’anni nella sua Napoli, dopo una lunga malattia che lo aveva costretto a sottoporsi a dialisi e lo aveva segnato negli ultimi mesi con una grave infezione polmonare. La perdita del grande artista lascia un vuoto incalcolabile nel panorama musicale italiano e internazionale: la sua voce e il suo sax hanno incarnato per decenni l’anima più autentica della città partenopea, tra resilienza e orgoglio.

Le radici e l’amore per Napoli
Figlio di un soldato afroamericano e di una donna napoletana, il cantante e sassofonista è cresciuto nei vicoli di Miano, dove ha imparato a confrontarsi fin da piccolo con una doppia identità. Non ha mai nascosto la forza che traeva dal sentirsi “nero e napoletano”, come amava ripetere. Proprio questa doppia appartenenza si è trasformata nel motore della sua arte, diventando la cifra distintiva di una musica che sapeva mescolare rabbia e speranza, radici e futuro.

Addio al grande sassofonista e cantante: l’eredità artistica
La scomparsa del grande artista rappresenta una perdita irreparabile per il mondo della musica, ma allo stesso tempo apre a una riflessione sul valore della sua eredità. Le istituzioni locali e nazionali si stanno già muovendo per ricordarlo attraverso eventi, concerti e iniziative culturali dedicate. Diverse associazioni hanno proposto di intitolargli spazi pubblici e scuole di musica, con l’obiettivo di trasmettere alle nuove generazioni il suo messaggio di inclusione e riscatto.
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