È morto Lucio Manisco: addio al corrispondente che raccontò l’America all’Italia
Lucio Manisco, giornalista, corrispondente storico della Rai dagli Stati Uniti, ex parlamentare europeo e deputato, è morto oggi all’età di 97 anni. Figura centrale nel panorama giornalistico e politico italiano del secondo Novecento, Manisco ha contribuito a raccontare l’evoluzione geopolitica americana al pubblico italiano in un’epoca in cui il mondo cambiava rapidamente. La notizia della sua scomparsa ha suscitato cordoglio nel mondo dell’informazione: tra i primi a ricordarlo pubblicamente, la redazione del programma Chi l’ha visto? e la giornalista Federica Sciarelli, che ne hanno sottolineato il valore umano e professionale. (Continua dopo le foto)

Chi era Lucio Manisco
Nato a Firenze il 16 febbraio 1928, Manisco ha dedicato la vita allo studio, alla scrittura e all’analisi politica. Dopo la maturità classica e una formazione in Lettere all’Università La Sapienza di Roma, inizia il suo percorso nel giornalismo collaborando con testate come Italia Socialista e Il Giornale di Roma. Negli anni Cinquanta approda alla BBC di Londra, per poi diventare corrispondente da Londra de Il Messaggero, testata con cui si trasferisce negli Stati Uniti nel 1955. Da lì, racconterà il cuore della superpotenza americana per quasi trent’anni. Il grande pubblico lo conosce soprattutto per il suo ruolo come corrispondente del TG3 dagli Stati Uniti dal 1987 al 1992. Un volto e una voce che portavano il racconto dell’America direttamente nei salotti degli italiani, in un periodo complesso segnato dalla fine della Guerra Fredda, dalla presidenza Reagan e dalle trasformazioni globali dell’epoca. Non era solo informazione, era analisi: Lucio Manisco spiegava, chiariva, contestualizzava.
Terminata l’attività giornalistica, Manisco intraprende una nuova fase della sua vita: la politica attiva. Viene eletto alla Camera dei Deputati nel 1992 e riconfermato nel 1996, come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista. Nel suo ruolo alla Commissione Affari Esteri, porta con sé l’esperienza maturata sui dossier internazionali. Nel 1994 viene eletto al Parlamento Europeo, dove sarà rieletto nel 1999 con il Partito dei Comunisti Italiani. A Strasburgo si occupa di cultura, media, istruzione e lavora all’interno dell’Ufficio di Presidenza della Sinistra Unitaria Europea. (Continua dopo le foto)

Una testimonianza lunga settant’anni
La carriera di Manisco si estende su oltre settant’anni di storia italiana e internazionale, vissuti da testimone diretto. Dalla Guerra Fredda al Vietnam, dal Watergate all’11 settembre, le sue cronache non erano mai neutre, ma sempre orientate alla comprensione profonda dei fenomeni. Era un giornalista d’altri tempi, per formazione e per metodo. Non cercava lo scoop, ma il significato. “L’informazione non è mai neutra, ma deve essere sempre onesta”, amava ripetere nei suoi interventi pubblici. Anche quando ha deciso di dedicarsi alla politica, ha mantenuto lo stesso spirito critico e indipendente. La sua elezione nelle liste comuniste non fu mai ideologica, ma frutto di una visione precisa su giustizia sociale, diritti e ruolo della cultura nella società. Un impegno che non ha mai abbandonato, nemmeno nei suoi ultimi anni, quando interveniva ancora in dibattiti e convegni come voce autorevole e lucida.