Indagini sugli alimenti consumati: escluse farine e veleni per topi
La Procura di Campobasso, con il supporto della Squadra Mobile, ha avviato approfondite indagini sulle possibili cause dell’avvelenamento. Dall’abitazione della famiglia sono stati sequestrati diversi generi alimentari: vongole, cozze, seppie, baccalà e funghi confezionati, oltre a campioni biologici destinati agli accertamenti di laboratorio.
L’attenzione investigativa si concentra in particolare sui cibi consumati durante la Vigilia di Natale. Sono stati disposti test specifici anche per la ricerca di amanita falloide, nonostante i funghi risultino regolarmente certificati. Nel corso delle verifiche sono stati esclusi il botulino e la presenza di topicidi. In particolare, gli esami condotti sulle farine utilizzate in casa, provenienti da un mulino di famiglia, hanno dato esito negativo, allontanando l’ipotesi di una contaminazione da veleno per topi.
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Inchiesta sull’assistenza sanitaria e operatori indagati
Accanto agli accertamenti di natura tossicologica, si è aperto un fronte giudiziario che riguarda la gestione sanitaria del caso. Cinque operatori sanitari, tre in servizio presso l’ospedale Cardarelli e due appartenenti alla guardia medica, risultano indagati con l’ipotesi di omicidio colposo. Le cartelle cliniche delle pazienti sono state sequestrate al fine di verificare la correttezza delle procedure adottate, le dimissioni successive ai primi accessi e l’adeguatezza dei trattamenti rispetto al quadro che stava emergendo. L’azienda sanitaria Asrem ha ribadito la conformità ai protocolli in uso, in attesa dei riscontri scientifici conclusivi.
La definizione delle cause precise della tossinfezione è affidata agli esami autoptici e tossicologici, programmati per il 31 dicembre. Tali accertamenti dovranno individuare la sostanza che ha determinato il rapido peggioramento del quadro clinico delle vittime e chiarire se l’origine sia effettivamente riconducibile a un alimento consumato in ambito domestico. I risultati delle analisi saranno fondamentali sia per l’inchiesta penale sulle eventuali responsabilità sanitarie, sia per la ricostruzione completa della dinamica che ha trasformato un pranzo di festa in un evento luttuoso. Fino alla conclusione degli accertamenti, resta aperta la ricerca dell’esatta fonte di avvelenamento che ha colpito la famiglia Di Vita.