Ipotesi di contaminazione con veleno per topi nella farina
Tra le piste al momento esaminate dagli investigatori, come riporta SkyTg24, rientra anche quella di una possibile contaminazione accidentale della farina con veleno per topi. Questa ipotesi, avanzata con ancora estrema prudenza, è collegata ai controlli sugli ambienti abitualmente frequentati dalla famiglia e sulle attività svolte nelle settimane precedenti alla tragedia.
In particolare, l’attenzione si è concentrata su un mulino di proprietà di alcuni parenti del padre della ragazza. In quella struttura, alcuni mesi fa, era stato effettuato un intervento di disinfestazione contro i roditori. Gli accertamenti mirano a chiarire se vi possa essere stato un contatto tra i prodotti utilizzati e le materie prime successivamente impiegate in ambito domestico.

Controlli su pesce e altri alimenti consumati a Natale
Parallelamente, sono in corso verifiche approfondite sui cibi sequestrati nell’abitazione della famiglia. Secondo quanto riferito dal direttore generale dell’ASL Molise, Giovanni Di Santo, tra i prodotti finiti sotto esame figurano vongole, cozze, seppie, baccalà e funghi, consumati in occasione della vigilia di Natale.
Le analisi tossicologiche e microbiologiche sui campioni serviranno a individuare la presenza di eventuali tossine, batteri o sostanze chimiche in grado di spiegare il quadro clinico che ha portato al decesso di madre e figlia.
Il dirigente sanitario ha precisato che “le cause dei decessi non sono ancora note, ma è certo che si tratta di una tossinfezione di natura ancora sconosciuta; potrebbe trattarsi di un’intossicazione alimentare o chimica, oppure di altra natura, non necessariamente legata agli alimenti”.
Accertamenti della Procura su protocolli medici e interventi
Accanto agli approfondimenti di natura sanitaria e tossicologica, prosegue anche l’attività della Procura, che sta ricostruendo in dettaglio la catena degli interventi medici precedenti alla morte di Antonella Di Ielsi e della figlia.
L’indagine si concentra sugli accessi effettuati da madre e figlia alla guardia medica e al pronto soccorso nei giorni antecedenti il decesso, per verificare se il quadro clinico sia stato valutato correttamente, se siano stati seguiti i protocolli previsti e se interventi differenti o più tempestivi avrebbero potuto modificare l’esito della vicenda.
Medici indagati e autopsia sulle vittime
Al momento risultano iscritti nel registro degli indagati tre medici dell’ospedale Cardarelli di Campobasso – due di origine venezuelana e un italiano – oltre a due medici in servizio presso la guardia medica. L’obiettivo degli inquirenti è accertare l’eventuale presenza di negligenze, errori di valutazione o sottostima della gravità del quadro clinico.
Il procuratore ha reso noto che, “Data l’estrema complessità del caso, sono stati disposti accertamenti multidisciplinari per verificare l’eventuale responsabilità medica e l’aderenza ai protocolli diagnostici”, disponendo al contempo l’esecuzione dell’autopsia sui corpi delle due vittime.
L’autopsia, programmata per mercoledì, rappresenta un passaggio centrale nell’inchiesta. Gli esiti degli esami necroscopici e tossicologici saranno determinanti per stabilire con precisione la causa della morte di madre e figlia e per fornire risposte ai familiari e alla comunità di Pietracatella, ancora scossa dalla tragedia.