Campobasso, salva la figlia maggiore: le indagini
A salvarsi è stata la figlia maggiore della coppia, una ragazza di 18 anni, che è stata ricoverata soltanto in via cautelativa. Secondo quanto emerso finora, la giovane non avrebbe preso parte alla cena domestica organizzata la sera del 23 dicembre, circostanza che potrebbe avere avuto un ruolo determinante nel suo stato di salute attuale. Ha invece partecipato ai pranzi più affollati della vigilia e del giorno di Natale, eventi che al momento non sembrano essere collegati direttamente all’intossicazione sospetta.
La posizione clinica differente dei membri della famiglia rappresenta un elemento di grande interesse per gli inquirenti e per i medici, poiché potrebbe contribuire a circoscrivere meglio il periodo e le modalità di esposizione alla sostanza responsabile dell’intossicazione. Le indagini, pertanto, si concentrano sulle abitudini alimentari del nucleo familiare nelle ore e nei giorni immediatamente precedenti l’insorgenza dei sintomi più gravi.

Indagine in corso, cinque indagati
L’indagine si sviluppa ora con l’iscrizione di cinque persone nel registro degli indagati secondo quanto riporta il Corriere della Sera. L’obiettivo è accertare l’esatta origine dell’intossicazione e verificare eventuali responsabilità sanitarie o legate alla conservazione e alla preparazione dei cibi. Al momento le verifiche coinvolgono sia l’ambito ospedaliero sia quello domestico, con analisi che riguardano il percorso clinico delle pazienti, i protocolli seguiti durante i ricoveri e i prodotti alimentari consumati nei giorni precedenti al decesso. Le autorità giudiziarie stanno raccogliendo documentazione medica, testimonianze e campioni di alimenti per ricostruire con precisione le fasi che hanno portato al deterioramento improvviso delle condizioni di salute.
Una comunità sotto choc e il ruolo della famiglia Di Vita
Il comune di Pietracatella, che conta poco più di mille abitanti, è stato colpito da un profondo smarrimento. La notizia della morte di madre e figlia, unite al ricovero del padre, ha generato un clima di dolore collettivo e di incredulità. La famiglia Di Vita era infatti molto conosciuta sul territorio: il padre, oltre ad essere un professionista affermato nel campo della consulenza contabile, ha ricoperto per due mandati la carica di sindaco del paese, mantenendo rapporti stretti con le istituzioni locali e con gran parte dei cittadini.
La madre, Antonella Di Ielsi, collaborava stabilmente con il marito nello studio professionale di Campobasso e veniva descritta da conoscenti e clienti come una persona affidabile, riservata e molto dedita alla famiglia. La quindicenne Sara frequentava il liceo classico nel capoluogo molisano, dove era considerata una studentessa brillante, con buoni risultati scolastici e numerose amicizie. Chi la conosceva la descrive come una ragazza solare, impegnata nello studio e con molti progetti per il futuro.
Nel centro storico del paese, nelle ore successive alla diffusione della notizia, si sono registrate numerose manifestazioni spontanee di vicinanza nei confronti dei parenti delle vittime, con messaggi di cordoglio e iniziative di raccoglimento. Molti esercizi commerciali hanno abbassato le saracinesche in segno di lutto, mentre le associazioni locali hanno sospeso o rinviato gli eventi programmati per le festività.
Secondo le ricostruzioni, la figlia primogenita della coppia non era presente alla cena privata del 23 dicembre, circostanza che oggi appare come un elemento cruciale per comprendere le dinamiche dell’accaduto. La giovane ha invece partecipato ai pranzi più numerosi della vigilia e del giorno di Natale, dove erano presenti altri parenti e conoscenti che, stando alle informazioni raccolte, non avrebbero manifestato sintomi analoghi a quelli poi registrati nella madre, nella sorella e nel padre.
Gli alimenti sotto esame e l’insorgenza dei primi sintomi
Le attività di indagine hanno portato a concentrare l’attenzione sugli alimenti consumati nella sera del 23 dicembre, durante la cena che si è svolta esclusivamente tra i membri della famiglia. Gli inquirenti stanno effettuando verifiche su prodotti tipici della tradizione natalizia, tra cui possibili piatti a base di pesce o funghi, alimenti molto diffusi nella zona in questo periodo dell’anno. Non si esclude che la causa possa essere collegata a una contaminazione batterica o a una sostanza tossica presente in uno o più cibi serviti in quella occasione.
Secondo quanto ricostruito, dopo il pasto sia la madre sia la figlia minore avrebbero iniziato a manifestare disturbi gastrointestinali di forte entità, con dolori addominali, nausea e vomito. In una prima fase, tali sintomi sarebbero stati ricondotti a una possibile gastroenterite di origine virale o alimentare, un’ipotesi iniziale che spesso viene presa in considerazione nei periodi festivi, quando si consumano pasti più abbondanti e variati.
Nei giorni successivi, però, lo stato di salute delle due pazienti avrebbe mostrato un progressivo peggioramento, con la comparsa di segni di compromissione epatica e di un generale indebolimento dell’organismo. Nonostante i passaggi in ospedale, le dimissioni e le terapie prescritte, le condizioni sono precipitate fino al decesso nel giro di poche ore l’una dall’altra. La rapidità dell’evoluzione clinica rappresenta uno degli elementi principali su cui si stanno concentrando le valutazioni mediche.
Gli amici di Sara hanno riferito di averla sentita al telefono il giorno precedente alla tragedia. La ragazza, secondo i racconti, stava programmando uscite e momenti di festa per i giorni successivi, convinta di poter recuperare rapidamente le forze dopo il malessere iniziale. Nulla, nelle sue parole, sembrava far presagire l’esito drammatico che si sarebbe verificato di lì a poche ore, a causa di un improvviso peggioramento delle sue condizioni.
Le possibili cause cliniche e le ipotesi al vaglio
Le cause esatte della morte di madre e figlia non sono ancora state accertate in modo definitivo. Le autorità sanitarie e la magistratura stanno valutando diverse ipotesi, tra cui il botulino, la listeria, una forma di epatite fulminante o una intossicazione chimica dovuta all’ingestione di sostanze tossiche. Si tratta di scenari diversi tra loro, che richiedono analisi specifiche e una valutazione approfondita dei risultati di laboratorio.
I medici che hanno preso in carico il caso hanno descritto il decorso come un’evoluzione clinica estremamente rara, caratterizzata da una grave insufficienza epatica e da una successiva e rapida compromissione multiorgano. Questa dinamica suggerisce una possibile esposizione a un agente patogeno o a una tossina in grado di colpire diversi sistemi dell’organismo in un arco di tempo ristretto, rendendo particolarmente complesse sia la diagnosi tempestiva sia l’intervento terapeutico.
Per poter chiarire la natura esatta dell’intossicazione, la Procura di Campobasso ha disposto una serie di accertamenti tecnici, che comprendono le analisi istologiche, i test microbiologici e le indagini tossicologiche sui campioni biologici e sugli alimenti sequestrati. Solo l’esito congiunto di questi esami potrà fornire un quadro completo delle sostanze eventualmente coinvolte e del percorso con cui hanno agito all’interno dell’organismo.
Parallelamente, gli specialisti dello Spallanzani di Roma stanno seguendo la situazione clinica del padre, verificando se il suo quadro presenti caratteristiche sovrapponibili a quello della moglie e della figlia o se, invece, siano riscontrabili differenze che possano indirizzare verso una diagnosi più precisa. Il confronto tra i diversi casi della stessa famiglia potrebbe risultare decisivo per individuare l’origine dell’evento e per prevenire eventuali ulteriori rischi.
Le indagini della Procura e i cinque indagati
La squadra mobile di Campobasso, su coordinamento diretto della Procura, ha avviato un’intensa attività investigativa. Gli agenti hanno acquisito tutte le cartelle cliniche relative ai ricoveri e agli accessi al pronto soccorso effettuati dalla famiglia nei giorni antecedenti ai decessi, con l’obiettivo di verificare la correttezza dei percorsi diagnostici e terapeutici messi in atto. Sono stati inoltre ascoltati i medici e il personale sanitario che hanno avuto contatti con le pazienti, oltre alle persone informate sui fatti.
Nell’abitazione dei Di Vita sono stati sequestrati i cibi presenti in casa, compresi gli avanzi della cena del 23 dicembre e di altri pasti consumati nel periodo natalizio. Tali alimenti sono stati inviati ai laboratori per essere sottoposti a analisi approfondite, finalizzate all’individuazione di microrganismi patogeni, tossine o sostanze chimiche potenzialmente nocive. L’esame degli alimenti riveste un ruolo centrale per stabilire se la causa vada ricercata in un prodotto specifico o in una combinazione di fattori.
Nel frattempo, la Procura ha iscritto cinque persone nel registro degli indagati. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, tra questi potrebbero rientrare operatori sanitari che hanno seguito il caso e soggetti legati, a vario titolo, alla filiera di produzione, distribuzione o somministrazione dei prodotti alimentari consumati dalla famiglia. L’iscrizione nel registro degli indagati, in questa fase, rappresenta un atto dovuto a garanzia delle parti, in vista degli accertamenti tecnici e delle perizie che dovranno essere eseguite con la presenza di consulenti di parte.
È stata anche disposta l’autopsia sui corpi di madre e figlia, che verrà effettuata nei prossimi giorni da un’equipe di medici legali incaricati dalla Procura. L’esame autoptico sarà determinante per confermare o escludere le diverse ipotesi cliniche al momento considerate e per definire con esattezza le lesioni riportate dagli organi interni, nonché la cronologia degli eventi che hanno portato al decesso.
Dolore, interrogativi e lutto cittadino a Pietracatella
Nella comunità di Pietracatella prevalgono sentimenti di sgomento e profondo dolore. Molti cittadini si domandano se la madre e la figlia avrebbero potuto essere salvate attraverso un diverso percorso sanitario o con un ricovero tempestivo, e perché siano state rimandate a casa più volte nonostante la persistenza e l’intensità dei sintomi. Queste domande, al momento, restano senza risposta e saranno oggetto di verifica da parte dell’autorità giudiziaria.
Il sindaco di Pietracatella, Antonio Tommasone, ha proclamato il lutto cittadino in occasione della celebrazione dei funerali, disponendo l’esposizione delle bandiere a mezz’asta e invitando la popolazione a partecipare in forma raccolta alle esequie. Tutte le iniziative natalizie e gli eventi pubblici programmati per i giorni successivi sono stati sospesi o annullati, in segno di rispetto verso la famiglia colpita e verso l’intera comunità ferita dalla tragedia.
Anche i comuni vicini hanno deciso di aderire alle forme di cordoglio, cancellando spettacoli e manifestazioni ludiche previsti per le festività. Le scuole frequentate dalle figlie della coppia hanno attivato momenti di ascolto e supporto psicologico per compagni e insegnanti, al fine di aiutare i più giovani ad affrontare l’impatto emotivo di una perdita così improvvisa e difficile da comprendere.
La popolazione ora attende che le indagini forniscano risposte chiare sulle cause della intossicazione e sulla possibile sussistenza di errori diagnostici o omissioni. L’esito degli accertamenti, delle analisi sui cibi, delle perizie medico-legali e delle valutazioni sulla condotta sanitaria sarà fondamentale per definire l’eventuale presenza di responsabilità penali o civili. Nel frattempo, Pietracatella rimane sospesa tra il cordoglio per la perdita di una madre e di una figlia e l’esigenza di verità e giustizia per una vicenda che ha segnato in modo indelebile l’intero paese.