
Una recente vicenda ha coinvolto una madre, Claudia, che viaggiava su un treno regionale da Torino a Finale Ligure con la figlia di 3 anni. Claudia ha avuto un confronto con un controllore e l’ha vissuto come un episodio spiacevole. La donna ha spiegato che il problema non era tanto il rispetto delle regole, quanto il modo rigido con cui le sono state imposte. Questo episodio ha scatenato un dibattito sull’applicazione delle regole ferroviarie e sull’interpretazione data dal personale di Trenitalia. Cos’è successo?
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Compra il biglietto anche per la figlia che resta in braccio, il controllore: “Lo zaino non può occupare il posto”
Claudia aveva deciso di comprare un secondo biglietto per garantire maggiore comfort alla figlia, che avrebbe potuto viaggiare gratuitamente in braccio. Tuttavia, durante il viaggio, il controllore ha insistito affinché il sedile fosse liberato dallo zaino che Claudia aveva appoggiato accanto, nonostante non ci fosse richiesta da altri passeggeri e il vagone non fosse affollato. Il controllore ha chiarito che “non cambia nulla se ha due biglietti: se la bimba resta in braccio, quel posto va liberato per chi volesse occuparlo”. Questo comportamento ha portato la madre a sentirsi trattata in maniera poco cortese.

Claudia ha chiesto il rimborso del biglietto della figlia
In seguito, Claudia ha deciso di consultare l’avvocato Andrea Cagliero per richiedere un rimborso del biglietto della figlia, contestando il comportamento del controllore. Secondo lei, l’acquisto dei due titoli di viaggio le dava diritto a utilizzare entrambi i posti, almeno finché non vi fosse una reale necessità di altri passeggeri. Come ha reagito Trenitalia?
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