
La lunga notte al Senato si trasforma in un passaggio decisivo per gli equilibri del governo guidato da Giorgia Meloni. La discussione sulla manovra economica, già segnata da tempi stretti e tensioni crescenti, arriva a un punto di rottura quando esplode il contrasto frontale tra la Lega e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, esponente dello stesso partito ma ormai percepito da una parte del Carroccio come distante dalla linea politica voluta da Matteo Salvini.

Manovra, l’ultimatum della Lega a Giorgetti
È negli uffici della commissione Bilancio, a tarda sera, che si consuma lo scontro più duro. I lavori sul maxi-emendamento alla legge di bilancio procedono con fatica, mentre i tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze cercano di chiudere i dettagli delle coperture. Ma il vero terremoto è politico: sul dossier pensioni, la frattura all’interno della maggioranza arriva a un passo dal far saltare l’intero impianto della Finanziaria.

Le pensioni come terreno di scontro
Poco prima delle undici di sera, il capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo, entra negli uffici parlamentari e prende in mano il telefono. La chiamata al titolare del Mef è descritta da più fonti come secca e durissima, con toni ultimativi. Il messaggio rivolto a Giorgetti è netto: o le norme contestate sulle pensioni vengono cancellate dall’emendamento, oppure la Lega è pronta a spingersi fino alla rottura, non limitandosi a rallentare i lavori parlamentari ma mettendo in discussione la permanenza nel governo.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva