Domande inevase e piste dimenticate
Il contenuto dell’audio fa emergere una tensione palpabile: si parla di orari, spostamenti, prove e alibi. Carla domanda: “Ma tu non avevi tutti gli scontrini?”, e Maria Rosa risponde che sì, li aveva, ma la pm voleva certezze assolute, chiedendole persino come fosse vestita la mattina dell’omicidio.
Inoltre, salta fuori un elemento poco discusso: il tutore. Non solo uno dei dettagli fisici su cui si è concentrata l’attenzione degli investigatori, ma anche un simbolo delle tante piste lasciate in sospeso. “Anche a me hanno chiesto del tutore, dove arrivava? E se poteva toglierselo”, riferisce la donna.
Ogni affermazione, ogni ricordo, ogni parola registrata sembra avere il peso di una prova dimenticata. E mentre ci si prepara alla nuova fase dell’incidente probatorio, fissata per il 4 luglio, queste nuove rivelazioni rischiano di riaprire crepe profonde nelle indagini.
Leggi anche: Matteo trovato così, aveva assistito alla morte del piccolo Michael

Ritorni, omissioni e silenzi: un caso che non smette di stupire
A diciotto anni di distanza, l’omicidio di Chiara Poggi non smette di far emergere dubbi e falle investigative. Il mancato controllo sull’alibi fornito dalla famiglia Poggi, l’assenza di riscontri ufficiali su presenze e assenze nell’hotel di Falzes, e ora l’audio della madre delle Cappa, lasciano spazio a nuovi scenari.
Chi ha mentito? Chi ha omesso? E soprattutto, chi ha davvero ucciso Chiara Poggi? Le risposte, forse, sono ancora nascoste tra le pieghe del tempo e dei silenzi. E oggi più che mai, ogni frammento di verità fa tremare le fondamenta della versione ufficiale.