SOCIAL. Quello che avrebbe dovuto essere il giorno più bello per una coppia di sposi a Gambellara si è trasformato in un vero e proprio dramma. La celebrazione in una villa storica è stata interrotta dall’arrivo inaspettato degli agenti della Guardia di Finanza di Vicenza. Questa irruzione ha rivelato una situazione di lavoro “in nero” e irregolarità che ha portato alla luce ben 7 lavoratori non dichiarati e sanzioni fino a 75.600 euro. Un matrimonio che, oltre a unire due cuori, ha inaspettatamente unito anche i fili di una matassa burocratica e lavorativa.
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Scoperta shock alla festa nuziale
La festa nuziale si è svolta in una cornice da sogno fino a quando le Fiamme Gialle non hanno fatto la loro comparsa. I controlli effettuati hanno portato alla scoperta di una manovra imprenditoriale ombrosa messa in atto da un’azienda di ristorazione di Val Liona. Secondo quanto emerso, l’azienda avrebbe impiegato 7 lavoratori “in nero”, facendoli risultare come dipendenti di un’altra società completamente estranea.
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Questi ultimi, al momento dell’interrogatorio da parte delle forze dell’ordine, avevano inizialmente affermato di essere alle dipendenze di un’altra entità imprenditoriale con sede a Vicenza, operante nello stesso settore. Tuttavia, ulteriori accertamenti hanno dimostrato che questa seconda società era completamente non coinvolta nella situazione in questione.
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Le consequenze del un matrimonio a Gambellara
Durante il controllo della Guardia di Finanza della festa di matrimonio in una villa storica, è stato scoperto l’uso di sette lavoratori non registrati come personale di sala da parte di un’impresa di ristorazione di Val Liona. Un cameriere si è falsamente presentato come responsabile del personale, indirizzando i colleghi a dichiararsi dipendenti di un’altra azienda di Vicenza non coinvolta nell’evento.
Inoltre, un cuoco impiegato risultava in situazione irregolare, avendo legami con un’altra azienda con lo stesso legale rappresentante dell’impresa di catering. Queste irregolarità hanno portato a una segnalazione all’Ispettorato del Lavoro e alla sospensione dell’attività dell’impresa di ristorazione, in conformità con le norme sulla salute e sicurezza sul lavoro. Nessuna irregolarità è stata trovata riguardo all’uso dell’immobile storico.